Esce il 17 agosto del 2005 "Supernature", terzo album del duo britannico Goldfrapp, costituito dalla cantante Alison Goldfrapp e dal polistrumentista Will Gregory. Il disco rappresenta anche il primo grande successo commerciale dei due: un milione di copie vendute, disco di platino nel Regno Unito, dove è #2 in classifica, e #4 sempre in UK per il singolo "Ooh La La".
(disco completo qui: https://tinyurl.com/yfb2ms4m)
"Supernature", il terzo album dei Goldfrapp, usciva nell'agosto di vent'anni fa. Il pop etereo dei due inglesi prende qui una piega dance che caratterizzerá gli episodi piú popolari e commercialmente fortunati della loro carriera. Trainato dai singoli "Number 1" e "Ooh La La", quest'album porterá questi due beniamini della critica anche all'attenzione del grande pubblico.
Nel momento in cui Alison Goldfrapp e Will Gregory danno alle stampe questo "Supernature", i due sono tutt'altro che dei giovincelli di belle speranze. Gregory, classe '59, aveva suonato con giganti come Tears For Fears e Tori Amos, e piú recentemente anche con Peter Gabriel e Portishead; Goldfrapp invece veniva da una carriera da pittrice e artista da installazioni, e aveva da circa un decennio cominciato a dedicarsi alla musica, lavorando con gli Orbital e con l'ex Massive Attack Tricky. Il loro primo album, "Felt Mountain", é una piccola gemma di elettropop di infinita eleganza e atmosfera che ancora oggi non ha abbastanza estimatori; il seguente "Black Cherry" cominciava giá ad alzare la manopola del saturatore, introducendo atmosfere glam e ritmi piú corposi sotto alla commistione di sintetizzatori vintage e produzione ultramoderna che caratterizza il duo. "Supernature" porta a compimento la transizione verso il dance-pop elettronico per cui la bionda vocalist e il suo degno compare sono tuttoggi riconociuti.
L'album si divide in due: da un lato i brani synth-dance come il singolo di lancio "Ooh La La", seguito poi nei jukebox (lol) da "Ride a White Horse" e "Fly Me Away"; in questa categoria mettiamo anche il tiro elettro-glam di "Lovely 2 C U" e "Slide In", forse le migliori del lotto dei non-singoli, e "Satin Chic", invece meno a fuoco ma comunque gradevole. Accanto ad esse, trovano spazio atmosfere piú rarefatte, reminescenti dell'esordio "Felt Mountain": le cose funzionano a meraviglia quando i due vanno dritti verso un mood disteso e sensuale, come in "Time out from The World"; un po' meno quando si fermano in mezzo al guado: la ricerca sonora diventa ingombrante in "Let It Take You" e "Koko", aggiungendo crescendo vagamente irritanti e/ o suoni molto massimalisti a canzoni che invece chiederebbero di essere un semplice, adorabile bagno rilassante ("Let It Take You" rimane un ascolto molto interessante, nonostante ció); discorso simile per "You Never Know" che non sa decidere se essere una ballad conturbante o uno slow rock pieno d'attitudine, e finisce per essere un po' anonima.
Merita una menzione separata "Number 1", autentica perla di songwriting che arrangiala come vuoi, girala come vuoi, é sempre un capolavoro del pop, niente di piú e niente di meno.
Il primo album di successo dei Goldfrapp è un po a metá tra il classico degli anni '00 e il disco di maggior successo di una band di "culto", che ha saputo applicare una ricerca sonora intelligente ed elegante a una musica di massa che ha ricevuto un sacrosanto riconoscimento commerciale.
- Spartaco Ughi
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