Il 4 agosto di sessant'anni fa venivano completate le registrazioni di "Highway 61 Revisited", sesto album del cantautore americano Bob Dylan che verrà pubblicato alla fine dello stesso mese. Disco rivoluzionario e fondamentale per la storia del rock, è quello in cui Dylan completa compiutamente la svolta elettrica non sua, ma di una intera generazione, imprimendo un matrimonio definitivo tra canzone d'autore e rock'n'roll che segnerà i cinquant'anni successivi.
(disco completo qui: https://tinyurl.com/5epbdudy)
Bob Dylan prosegue nel suo viaggio di rinnovamento del proprio linguaggio musicale, contribuendo grazie alla sua fama a rinnovare quello di una generazione. La svolta elettrica iniziata a gennaio con l'incisione di "Bringing it all back home" viene confermata anche grazie al contemporaneo successo dei Byrds, il cui primo disco contiene diverse incisioni di suoi brani trattati in un innovativo rimescolamento di beat e folk elettrico.
L'importanza dei contributi di Dylan agli occhi del 1965 non sono da trascurare, anche perché praticamente all'epoca quasi nessun artista nel campo del rock e del folk incideva dischi unicamente costituiti da brani inediti, con la parziale eccezione di Beatles (che avevano appena pubblicato "Help!", in cui compare uno dei loro massimi folk rock, "You got to hide your love away") e Kinks (che comunque erano artisti inglesi provenienti dal mondo del beat): le blues band bianche incidevano in gran parte cover, e solo i Rolling Stones tra queste iniziavano timidamente a costruire un repertorio di composizioni di Jagger/Richards; e i cantautori folk come Phil Ochs o Donovan erano rimasti decisamente indietro rispetto alla svolta elettrica di Dylan, che si trovava quindi praterie vergini davanti. E poi Byrds, Beatles, Kinks, Stones, tutt'al più erano gruppi rock che interpretano canzoni di un cantautore o iniziano a cimentarsi in linguaggio cantautorile o autoriale, mentre Bob Dylan è ora un vero e proprio cantautore elettrico.
In questo contesto, "Highway 61 Revisited" e la sua canzone più celebre, "Like a Rolling Stone", che lancia praticamente l'organo hammond nell'immaginario popolare, segnano la nascita del rock moderno, anche perché la nuova padronanza della scrittura per gruppo elettrico, acquisita da Dylan grazie all'esperienza del disco precedente, gli consente di non limitarsi a usarlo per colorire i suoi brani folk-blues, ma di usare la rockband nel processo creativo, preparando arrangiamenti appositi. Con questo album, la rivoluzione iniziata da Dylan, John Hammond e dai Byrds a gennaio del 1965 giunge a compimento. Il rock moderno è nato: la sua definitiva maturazione giungerà grazie a Jimi Hendrix - poi tutto il resto sarà una variazione sul tema, la vita di un universo in espansione in cui tutte le quantità sono già presenti.
Come detto, la canzone più rappresentativa dell'album è "Like a rolling stone", il cui mirabolante riff di organo hammond nacque per caso, quando il giovane Al Kooper, invitato dal produttore Tom Wilson ad assistere alle sedute di registrazione di giugno, approfittò di un momento di distrazione per sedersi all'hammond e improvvisare con la band. La canzone, che tratta della caduta di una mondana stellina di città, probabilmente in seguito a droga e amori sbagliati, brilla anche per una accattivante progressione discendente nel ritornello. All'altro estremo del disco, gli undici minuti di "Desolation Row", unica eccezione acustica del disco, svolgono il dipinto di un surreale bassifondo di periferia solcato da una galleria di personaggi decaduti che vede tra gli altri un Einstein che suona il violino elettrico e una Cenerentola squillo di lusso, il tutto su un tappeto sonoro abbastanza tradizionale che vede Dylan alla chitarra e all'armonica accompagnato dall'elettrica discreta di Charlie McCoy e dal basso.
Nel mezzo, i brani si svolgono talvolta all'insegna del folk rock e talaltra del blues rock, in maniera squisitamente omogenea e naturale. Dylan è ormai del tutto padrone della scrittura elettrica. Su tutti spiccano due perle del surrealismo lirico di Dylan, la minacciosa, incalzante, strascicata "Ballad of a thin man" e l'agrodolce "Queen Jane Approximately". E naturalmente l'uso della sirena da cartone animato nel brano eponimo dell'album e la storia che c'è dietro sono ormai diventati, come dicono gli Americani, 'the stuff of legend'.
Capolavoro forse assoluto della carriera di Bob Dylan, e disco fra i più significativi degli anni Sessanta e del secondo dopoguerra, "Highway 61 Revisited" è semplicemente un punto di passaggio obbligato per la storia della musica rock - e non solo.
- Prog Fox
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