Usciva cinquant'anni fa oggi "Sabotage", sesto album dei Black Sabbath. Il disco fu registrato nel mezzo di una impegnativa controversia legale con il precedente manager e la casa discografica, portando alla scelta del titolo (il gruppo si sentiva sabotato) e a un suono tra i più duri fra i loro dischi degli anni settanta. In tour, il gruppo verrà affiancato per la prima volta dal tastierista Gerald "Jezz" Woodroffe, che continuerà a collaborare con Sabbath fino al 2016.
(disco completo qui: https://tinyurl.com/4yka9wn9)
"Sabotage" è il disco più rabbioso della sequenza perfetta dei Black Sabbath che parte dal secondo disco "Paranoid" e passa da "Masters of Reality", "Volume IV" e "Sabbath Bloody Sabbath". Disco rabbioso (e chiamato "Sabotage" non a caso) perché i Black Sabbath si trovano implicati in una vera e propria battaglia legale su più fronti, prima con il management che li sta fregando e poi con i loro stessi avvocati che non risolvono il problema ma cercano anche loro di approfittarsi dell'inesperienza dei membri del gruppo. Questa rabbia si traduce in alcune delle canzoni più aggressive e violente degli anni settanta del complesso, e non a caso il disco è fra quelli più quotati dai metallari della generazione successiva.
Rispetto all'ampia sperimentazione di "Sabbath Bloody Sabbath", il gruppo decide di passare a un rapporto più equilibrato tra violenza e innovazione, caricando però su entrambi i fronti senza moderazione. Così a un estremo troviamo il basso mostruoso di Geezer Butler su "Hole in the Sky", una vera colata di lava elettrica sulla quale canta un Ozzy Osbourne allucinato; all'altro "Supertzar" (strumentale quasi progressive con tanto di coro), "Thrill of it all" (la traccia che richiama maggiormente lo stile di "Sabbath Bloody Sabbath", tra sintetizzatori, parti innodiche e un ottimo assolo conclusivo di Iommi) e l'orecchiabile "Am I going insane? (Radio)"; e rappresentativi di questo maggiore equilibrio abbiamo invece brani come l'articolata "Megalomania" da nove minuti di durata, portata in fondo da una ritmica clamorosa del batterista Bill Ward, "The Writ", o una "Symptom of the Universe" che anticipa il thrash metal americano di quasi dieci anni prima di trasformarsi mirabilmente in un blues rock immerso nelle chitarre acustiche di Tony Iommi.
Menzione disonorevole per la tremenda copertina, spesso presente nelle classifiche delle più brutte del rock. Si trattava solo di una foto di prova, poi utilizzata per la copertina finale per una serie di disguidi e di mancanza di tempo. Terribile, terrificante.
"Sabotage" è l'ultimo grande disco dei Black Sabbath con Ozzy. I problemi legali, le droghe e l'alcool e il crescente disinteresse di Ozzy per il gruppo inizieranno ad accumularsi solo a partire dal successivo "Technical Ecstasy" (1976), prima di portare all'abbandono di Osbourne e Ward tra 1979 e 1981. Questi orizzonti però sono ancora di là da venire quando viene pubblicato questo disco. Godiamocelo.
- Prog Fox
#blacksabbath:
#ozzyosbourne (voce & sintetizzatori)
#tonyiommi (chitarre, pianoforte, organo, sintetizzatore)
#geezerbutler (basso elettrico & mellotron)
#billward (batteria, percussioni, pianoforte & voce)
ospiti: #englishchamberchoir arrangiato da #willmalone
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