sabato 12 aprile 2025

Franco Battiato: "Mondi Lontanissimi" (1985)

Veniva pubblicato quarant'anni fa oggi "Mondi Lontanissimi", quattordicesimo album del cantautore catanese Franco Battiato.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/445a6nt8)

"Mondi Lontanissimi" è il disco che chiude la fase più famosa e di successo commerciale della carriera di Battiato, iniziata nel 1979 con "l'Era del Cinghiale Bianco". Abbandonato il pop per alcuni anni in favore della composizione di due opere liriche, Battiato ritornerà nel 1988 con l'inatteso "Fisiognomica", disco a metà fra la sua produzione 1979-1985 e la successiva trilogia di musica cantautorile da camera del 1991-1995 ("l'ombrello e la macchina da cucire", "Caffè de la Paix", "come un cammello in una grondaia").

L'album si configura come maggiormente vario rispetto ai due che lo hanno preceduto: infatti, oltre alla variante syntecnologica della canzone d'autore intellettuale troviamo una maggiore componente di canzoni che richiamano all'era 1979-1981 della sua produzione, oltre a canzoni che appaiono del tutto diverse dalla dignitosa navigazione su fiumi conosciuti degli ultimi anni. La canzone d'autore sintetica, modalità espressiva che dominava "l'Arca di Noè" (1982) e monopolizzava "Orizzonti Perduti" (1983), non appare del tutto adeguata allo sperimentalismo di Battiato soprattutto per gli arrangiamenti troppo leggeri ("Risveglio di Primavera") o datati (lo scherzo riuscito a metà "Personal Computer", una "Temporary Road" salvata solo dalla chitarra di Alberto Radius, ahimè fin troppo assente altrove) anche se in almeno un caso produce risultati apprezzabili ("No time no space"). "Radio Varsavia" e "Chan-son egocentrique", più simili ai brani classici di Battiato, sono brani di ottimo livello, dagli arrangiamenti e dalla produzione impastati con un amalgama assai migliore. Piuttosto discutibile invece il ricorso a un riempitivo come "il re del mondo", versione trascurabile del capolavoro già inciso nel 1979.

I brani più rappresentativi del disco sono però quelli del terzo gruppo, ovvero i due capolavori posti in chiusura di album, "i Treni di Tozeur", già presentata in coppia con l'amica e collaboratrice storica Alice all'Eurovision del 1984, e lo scherzo simil-sinfonico "l'Animale". Questi due brani di un lirismo commovente, di una delicatezza estrema, resteranno per anni gli ultimi brani cantati dal cantautore e compositore siciliano e, se è consentito dirlo, resteranno di gran lunga superiori ai tentativi nella stessa direzione che caratterizzeranno la fase cameristica di inizio anni novanta, almeno fino a "la Cura" (da "l'Imboscata", 1996).

- Prog Fox

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