martedì 15 aprile 2025

Afterhours: "Ballate per Piccole Iene" (2005)

Esce vent'anni fa oggi "Ballate per Piccole Iene", ottavo album degli Afterhours. Prodotto da Greg Dulli degli Afghan Whigs, vede il gruppo proseguire nel noise pop sporco, cupo e malinconico dell'album precedente, con buoni risultati autoriali e ottimo riscontro di pubblico (#2 nelle classifiche).



(disco completo qui: https://tinyurl.com/2fk5smca)

A tre anni dall'ottimo "Quello che non c'è", considerato dal nostro Spartaco Ughi il capolavoro della formazione milanese, gli Afterhours entrano in studio di registrazione con Greg Dulli, noto come leader degli Afghan Whigs, gruppo americano dell'era grunge, per dare un seguito anche concettuale a quell'opera. Con il disco precedente, "Ballate per Piccole Iene" condivide la graffiante cupezza, affinata dalla produzione di Dulli ma appesantita da un eccesso di verbosità e logorrea del leader Manuel Agnelli, che sembra non individuare mai correttamente in che momento chiudere un brano. Il problema si farà pressante qualche anno dopo.

Ci troviamo così davanti a esecuzioni potenti e incisive (niente di meno da aspettarsi dai quattro musicisti e da un guru come Greg Dulli) di brani caratterizzati tutti dall'impostazione circolare sia come struttura che come arrangiamento: strofa, ritornello, parte strumentale; crescendo rumoristico o distorto, calando o rallentando, crescendo, calando, e così via, sia lungo i brani migliori, come la coppia d'apertura "La sottile linea bianca" e "Ballata per la mia piccola iena", enfatizzata da una strepitosa prova vocale di Manuel Agnelli, o come "Ci sono molti modi", sia in quelli in cui l'ispirazione non investe nemmeno strofa e ritornello, e ci accorgiamo della sostanziale stasi del disco ("la vedova bianca", "Carne fresca", "il sangue di Giuda"). Fa eccezione a questo andazzo "Male in Polvere" che, sorretta finalmente da un testo essenziale e contenuto, è forse la ballata-capolavoro del disco (ma non è strano che l'introduzione ricordi "Time" dell'Alan Parsons Project?)

Per discutere un album degli Afterhours è necessario dimenticarsi completamente di ciò che è avvenuto al suo padre-padrone dal 2016 in poi, per quanto i deliri narcisistici e il desiderio di monetizzare alla soglia della pensione - legittimo e sconfortante per il fan per l'ipocrisia dell'autore e non per il fatto stesso - facciano comprendere il perché dei limiti di alcuni lavori del gruppo come questo. "Ballate per Piccole Iene" ha brani di ottimo livello ma è semplicemente troppo, una sensazione che lascia chiaramente stupiti considerato che l'album dura solo tre quarti d'ora, come i classici degli anni settanta. Una maggiore essenzialità sarà riportata al gruppo dalla chitarra di Giorgio Ceccarelli per il seguito del 2008 "i milanesi ammazzano il sabato".

- Prog Fox

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