Viene inciso nel marzo di cinquant'anni fa "HQ", album del cantautore britannico Roy Harper. Il disco viene pubblicato in America col titolo "When an old cricketer leaves the crease", che è anche il titolo della più nota canzone dell'album, sulla quale suona la banda fiatistica Grimethorpe Colliery Band arrangiata da David Bedford. "The Game" vede Harper accompagnato da un supergruppo costituito da David Gilmour, John Paul Jones e Steve Broughton, mentre sul resto del disco suonano il chitarrista Chris Spedding, il bassista Dave Cochran e il batterista Bill Bruford (ex-Yes ed ex-Genesis, ed ex- e futuro-King Crimson).
(disco completo qui: https://tinyurl.com/y223exmv)
Nel marzo di cinquant'anni fa, Roy Harper si trova ad Abbey Road per incidere "HQ", sua ennesima fatica discografica. Nello studio di fianco ci sono i Pink Floyd, cosicché Harper decide di affidare all'amico David Gilmour la chitarra solista di "The Game", composizione portante dell'album, mentre Gilmour lo invita a cantare su "Have a cigar", traccia di "Wish you were here", la nuova fatica della sua band.
"The Game" è la solita composizione lunga, anche se questa volta Roy decide di non occuparci un intero lato ma limitarsi a una tredicina di minuti. I primi quattro minuti di rock grintoso ma ripetitivo sono seguiti da un meditabondo folk rock progressive malinconico. È questa fase, illuminata dalla slide sognante di Gilmour, a essere la più intrigante della canzone, anche grazie alle tortuose acrobazie vocali di Harper stesso. A completare la formazione per questo brano ci sono nientemeno che John Paul Jones, bassista dei Led Zeppelin, e Steve Broughton, batterista della Edgar Broughton Band.
I cinque brani successivi sono di minore lunghezza e vedono Harper accompagnato dal chitarrista Chris Spedding, dal bassista Dave Cochran e dal batterista Bill Bruford, un peso massimo viste le sue frequentazioni di Yes, King Crimson e Genesis: alcuni sono di ottimo livello, come il brillante hard rock di "The Spirit Lives", illuminato proprio dalla chitarra di Spedding, o la ballata folk rock dal tono quasi religioso di "Hallucinating Light", mentre altri sono più trascurabili, come il fake rock'n'roll di "Grown ups are just silly children". Di questi brani, il migliore è probabilmente il dolente rock di "Referendum", che alterna meditabonde strofe folk e grintoso rock chitarristico.
Il pezzo clou del disco è però la conclusiva "When an old cricketeer leaves the crease"; ebbra di riferimenti al mondo del cricket, inclusa la menzione di due campioni dell'epoca come Geoffrey Boycott e John Snow, è una solenne, appassionata elegia per chitarra e voce, su cui poi David Bedford tesse raffinati arrangiamenti di fiati che sottolineano l'ennesima grande prova vocale del cantautore. Non c'è bisogno di essere fan di cricket per capirne il tema esistenzialista ed essere commossi dalla sua interpretazione, cosa che infatti portò la casa discografica a pubblicare l'album oltreoceano con il titolo di questa canzone.
In buona sostanza, Roy Harper prosegue su una strada nota e fruttifera: non c'è nulla di innovativo o peculiare in questo album, ma l'ispirazione e il talento rimangono immutati, i collaboratori sono di alto livello, e il disco farà felici per l'ennesima volta i fan della sua splendida produzione degli anni settanta.
- Prog Fox
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