sabato 18 gennaio 2025

Francesco de Gregori: "Rimmel" (1975)

Esce nel gennaio di cinquant'anni fa "Rimmel", terzo disco solista (e quarto complessivo) del cantautore romano Francesco de Gregori. Si tratta del disco della consacrazione commerciale e della maturità artistica, che lo rende elemento di punta del nuovo movimento cantautorile italiano.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/3rtveycm)

Dopo l'esordio al fianco di Antonello Venditti ("Theorius Campus") e un primo disco totalmente solista per la IT di Vincenzo Micocci ("Alice non lo sa"), Francesco de Gregori viene promosso alla casa madre della IT, la RCA, e realizza un disco omonimo che passa alla storia come 'l'album della pecora', disegnata dal suo batterista, Gordon Fagetter, ex compagno di Patty Pravo. Sebbene il consenso commerciale sia trascurabile, l'ambiente giovanile italiano della controcultura sta ormai per abbandonare il progressive rock, musicalmente ipertrofico e concettualmente escapista, per abbracciare il cantautorato impegnato: i tempi sono maturi per il successo.

Il 1974 è l'anno della svolta, quello in cui è evidente a tutti gli italiani che si vive ormai in quelli che saranno noti come gli anni di piombo, dopo la strage di Piazza della Loggia a Brescia e dell'Italicus. Sono gli anni in cui a emergere sono nuove leve come Antonello Venditti, Edoardo Bennato, Rino Gaetano, o veterani trascurati come Roberto Vecchioni e Lucio Dalla, nomi di punta di un movimento che contiene dozzine e dozzine di artisti e che vedrà numerosi epigoni nel prosieguo del decennio, le cui figure a cui ispirarsi sono in Italia Fabrizio de Andrè e Francesco Guccini e fuori dall'Italia Bob Dylan, Leonard Cohen, Neil Young e la California; tutti cantautori che in larga parte subiranno a loro volta un superamento a sinistra dal movimento del '77.

Il cantautorato di De Gregori e soci infatti è impegnato, e soprattutto sono politicamente schierati i cantautori stessi; ma la loro opera rimane comunque connotata da in primis da un posizionamento artistico: l'arte, anche quando non vince sulla politica, non ne è mai sopraffatta; i riferimenti politici, poi, possono essere anche ermetici, nella convinzione che l'espressione poetica non debba esaurirsi nel politico e che comunque ogni artista debba parlare il proprio linguaggio per potere comunicare efficacemente al suo pubblico. Sono tutti elementi che verranno smentiti dagli artisti vicini alla politica extraparlamentare, movimentista o addirittura terrorista: nulla di nuovo, nell'eterno cerchio in cui si dibatte l'autenticità di un artista, si discute se l'arte debba essere fine a se stessa o servire un fine politico e sociale, e se ci sia compatibilità tra successo economico e integrità artistica. De Gregori, uomo di punta del nuovo cantautorato, ne farà le spese nel 1976, quando sarà sequestrato da parte del suo pubblico durante un concerto.

Ma il futuro è ancora al di là da venire, per De Gregori, quando pubblica il suo terzo album solista, "Rimmel". Il disco è quello che gli darà il grande successo di pubblico, e uno degli album più venduti del cantautorato italiano, non solo di quel decennio. Il traino principale è dato probabilmente da due celeberrime canzoni d'amore: il brano eponimo del disco, che contiene il ricco immaginario ermetico che rende misterioso e conturbante il bel tenebroso romano ('E qualcosa rimane fra le pagine chiare e le pagine scure', 'cancello il tuo nome dalla mia facciata', 'le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo, e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro', 'quattro assi bada bene di un colore solo', 'santa voglia di vivere e dolce venere di rimmel'); e "Buonanotte fiorellino", dolcissima ninna nanna che sarà al contempo una delle sue canzoni più amate e odiate dalla critica, a seconda della tolleranza di ciascuno al melenso.

Ad accompagnare De Gregori troviamo in primis il chitarrista folk e cantautore Renzo Zenobi (si ascolti il suo lavoro sulla ballata "Pezzi di Vetro", uno dei tanti esempi di immaginario zingaresco che troviamo nell'opera del cantautore), e poi il gruppo di sessionmen prediletti della casa discografica RCA, i Cyan, ovvero George Sims alla chitarra, Roger Smith al basso, Franco di Stefano alla batteria e Alberto Visentin a piano e tastiere.

Il disco viene scritto quasi contemporaneamente al lavoro di De Gregori con Fabrizio de André per il suo "Volume VIII", uscito negli stessi giorni; evidenza ne è la compresenza su entrambi gli album di "le storie di ieri", qui caratterizzata da un arrangiamento jazz folk quasi alla Pentangle, illuminato dal contrabbasso delizioso di Roberto Della Grotta e dal sax sornione di Mario Schiano. "le storie di ieri", allegoria della presenza dell'MSI di Almirante nella scena parlamentare italiana, è una delle due canzoni pienamente politiche del disco; l'altra è "Pablo", canzone scritta con l'amico Lucio Dalla che parla della morte di un lavoratore spagnolo emigrato in Svizzera e il cui ritornello, 'Hanno ammazzato Pablo, Pablo è vivo', diventerà citazione ricorrente nella cultura popolare e di strada italiana. Ci sarebbe anche "Il signor Hood", dedicata a Marco Pannella, ma è molto più ironica e scanzonata, e appare più come un omaggio a un uomo emerso con un credito da disturbatore dalla fase dei referndum per aborto e divorzio. Il brano vede una grande prova ritmica alle spazzole di Di Stefano e splendidi incisi di piano di Visentin.

L'album si chiude con "Quattro cani", quasi sperimentale nell'impiego da musica concreta delle percussioni e nell'uso prossimo al latrato delle seconde voci; con la delicata canzone d'amore "Piccola Mela"; e con la leggera "Pianobar", dedicata a un pianista che molti hanno identificato nell'amico Venditti (ricostruzione sempre smentita da De Gregori).

Se "Rimmel" non è il migliore disco della carriera di De Gregori, poco ci manca; sicuramente è il disco della maturità e quello che, giustamente, lo pone all'attenzione del pubblico. Se è vero che contenutisticamente somiglia molto al primo album (tornando in parte sui propri passi dopo il minimalismo ermetico del secondo), la fiducia in se stesso che De Gregori dimostra - tanto nel canto quanto nell'assertività delle composizioni - lo rende un passaggio fondamentale per la sua vicenda artistica.

- Prog Fox

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