(L'album completo, con l'aggiunta di tre inediti, si può ascoltare qui: http://www.deezer.com/
Brel ormai da parecchi anni dimora a Parigi, ma la sua terra d'origine rimane fortemente nel suo cuore e nella sua riflessione artistica. Lo si sente già a partire dal primo, meraviglioso brano, "Mon enfance" (https://www.youtube.com/
L'amore e l'odio per le Fiandre, per la famiglia, per le proprie origini, si mescolano in modo violento nella produzione di Brel: è questo contrasto profondo che viene traslato e si trasfigura in tutta l'opera dell'autore, fra l'austerità dei sentimenti e la teatralità del gesto, del canto enfatico e fortemente innovativo; con il contrasto fra i testi forti, sanguigni, anticlericali, di amore disperato, quando la sua fu la vita di un padre devoto, anche se non di un marito esemplare; e quello fra le musiche severe e minimaliste e quelle più chiassose (si pensi alle meditabonde "Mon enfance" e "Mon père disait" e alla scatenata fanfara di "Le cheval" che le separa).
Al trio di testa segue un altro eccezionale brano feroce e sopra le righe, "La la la" (https://www.youtube.com/
Con "Les coeurs tendres" (https://www.youtube.com/
Il brano più famoso dell'album è però "La chanson des vieux amants" (https://www.youtube.com/
Nel complesso siamo davanti a un disco davvero straordinario, consigliato a chiunque abbia solo un vago interesse nella lingua francese e nella cultura francofona. Il cantautore belga imposta il lavoro su tre modalità di presentazione: il sarcasmo, l'amore e il dolore, talvolta mescolati fra loro in modi inaspettati. Dopo "Jacques Brel 1967", giungeranno un nuovo LP in studio, "J'arrive", e la traduzione in francese del musical "L'Homme de la Mancha", prima che Brel faccia perdere le proprie tracce trasferendosi nelle Isole Marchesi, in Polinesia, per diversi anni. Ma questa è un'altra storia.
- Red
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