Esce cinquant'anni fa oggi "Relayer", album dei prog rocker britannici Yes. Alle soglie della nascita del punk arriva il loro lavoro più ipertrofico, opprimente ed aggressivo, un capolavoro dimenticato del progressive. Rick Wakeman viene sostituito dal tastierista svizzero Patrick Moraz, proveniente dai Refugee.
(disco completo: https://tinyurl.com/ynv4hydv)
Dopo "Tales from Topographic Oceans" (1974), gli Yes rischiano di disintegrarsi a causa del malcontento conseguente alle registrazioni del disco e alle ossessioni mistiche del cantante Jon Anderson e del chitarrista Steve Howe, principali autori di quel doppio album gargantuesco. In particolare, Rick Wakeman lascia ufficialmente il gruppo il 18 maggio 1974, lasciando il gruppo in grave difficoltà: come si può sostituire un maestro delle tastiere elettroniche, uno degli inventori del suono sinfonico del progressive rock?
La risposta emerge nel nome di Patrick Moraz, virtuoso tastierista svizzero portato in Inghilterra da un vecchio amico della band, Lee Jackson, bassista dei Nice di Keith Emerson prima e poi dei Jackson Heights e dei Refugee - quest'ultimo un nuovo prog trio formato da Jackson, dal batterista dei Nice Brian Davison e da Moraz stesso, che nel 1974 aveva ottenuto un discreto successo col proprio disco d'esordio. Gli Yes fanno a Moraz una proposta che non può rifiutare, nello sconforto di Jackson e Davison, per occupare il posto di Wakeman nel quintetto.
Decisi a comprimere le numerose idee di "Tales from Topographic Oceans" in un formato più essenziale, gli Yes tornano per il nuovo album, che prenderà il nome di "Relayer", alla struttura di "Close to the Edge": un lato viene occupato da una suite di venti minuti di durata ("The Gates of Delirium") e l'altro da due brani di una decina di minuti ciascuno ("Sound Chaser" e "To be over"). Ne viene fuori un serio candidato a migliore disco di tutta la produzione degli Yes
"The Gates of Delirium", in particolare, è una seria candidata a migliore canzone del gruppo inglese; uno dei loro brani più intensi e ipertrofici, ispirato al romanzo "Guerra & Pace" dello scrittore russo Lev Tolstoj, si caratterizza per una esplosiva parte centrale, in cui il batterista Alan White e il cantante Jon Anderson si esibiscono in una spaventosa battaglia percussiva, che corre sul filo di power chords di chitarra lancinanti di Steve Howe. Il finale, pubblicato anche come singolo col titolo di "Soon", è uno dei più celebri momenti melodici degli Yes, una elegia pacifista intonata in modo appassionato da Anderson.
Sul lato B, "Sound Chaser" è senza dubbio il pezzo più ipertrofico dell'intera produzione degli Yes: dissonante, tambureggiante come una sequela di colpi di cassa che rimbombano sul petto dell'ascoltatore, incendiata dall'assolo più violento della carriera di Howe, la canzone supera in delirio anche la traccia eponima dell'album, sebbene le sia inferiore per epicità e varietà. Conclude il disco l'unico brano completamente melodico, "To be over", quasi una ninna nanna se confrontata alla potenza e all'intensità delle due canzoni precedenti.
Moraz rimarrà col gruppo fino al 1976, partecipando a due tour, prima di essere estromesso per fare posto al ritorno di Rick Wakeman, nell'ennesima di numerose decisioni controverse ed egoistiche da parte di membri del gruppo (ben noti per essere freddi e disempatici a livello professionale). "Relayer", unico album di Moraz con gli Yes, rimane una testimonianza splendida di questa breve ma intensa collaborazione.
- Prog Fox
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