giovedì 5 settembre 2024

le Orme: "Contrappunti" (1974)

Cinquant'anni fa oggi veniva stampato "Contrappunti", quinto album delle Orme, prog rocker veneziani fra i più importanti esponenti del movimento in Italia. Il disco chiude anche la fase classica della carriera del gruppo, quella del trio tastiere-basso-batteria formato da Toni Pagliuca, Aldo Tagliapietra e Michi Dei Rossi. Ellepì superbo, fra i migliori della carriera della formazione, prodotto da Gian Piero Reverberi, che partecipa anche come pianista.



(disco completo: https://tinyurl.com/3scn85wa

Dopo "Felona e Sonora" (1973), seguito da un tour britannico e da un concerto registrato al Teatro Brancaccio di Roma e pubblicato in parte su "In Concerto" all'inizio del 1974, le Orme entrano in studio nell'agosto dello stesso anno con l'idea di realizzare un altro disco di progressive rock che alterni l'esplosività dei loro momenti strumentali e le dolcezze melanconiche guidate dalla voce in falsetto del cantante-bassista Aldo Tagliapietra.

Alla produzione il fido Gian Piero Reverberi, che suggerisce loro una strategia tipica del prog romantico di quegli anni, ovvero l'adattamento di un brano di musica classica (la Fanciulla di Neve di Rimskij Korsakov, pare - io non lo saprei riconoscere), usato nel brano di apertura che da il titolo al disco e in cui Reverberi stesso si esibisce con maestria al pianoforte. Il pezzo, superbo, è fra i migliori della carriera delle Orme.

Degli altri due strumentali, "Aliante" segue toni epici, con un sovrapporsi di riff di tastiere quasi krautrock su un solido tappeto ritmico, mentre "Notturno" è un pezzo di atmosfera che gioca più che altro il ruolo di introduzione alla conclusiva "Maggio".

Fra i brani cantati, "Frutto Acerbo" è una delicata ballata sulle timidezze di un amore adolescenziale, forse il pezzo meno riuscito del disco, mentre "India" ha coloriture psichedeliche, in linea con le fascinazioni orientali e misticheggianti di quegli anni.

Le altre due canzoni, decisamente superiori, sono cariche tanto di melodia quanto di forti caratterizzazioni progressive: "la Fabbricante di Angeli", elaborata nei suoi numerosi, eccelsi rivoli melodici, e ambigua nella sua musica solo apparentemente dolce, ma in realtà carica di tensioni, è una denuncia dell'aborto clandestino (in una posizione all'epoca non compresa né apprezzata dal 'movimento giovanile', sospettoso della dichiarata militanza cattolica delle Orme); e infine "Maggio", vero e articolato capolavoro che chiude il disco specularmente a "Contrappunti" che lo apriva, che si apre con toni ancora una volta influenzati dal krautrock per poi aprirsi a uno dei temi più luminosi del disco.

"Contrappunti", segnato dalla presenza di almeno tre brani di primissimo piano, conferma le Orme come uno dei migliori gruppi di spaghetti prog più tradizionale ed esterofilo. Il percorso aperto da "Collage" nel 1971 e proseguito con "Uomo di Pezza" e "Felona e Sonora" si chiude però qui: con la fine del progressive classico, un momento che si può riassumere con quattro eventi, tra 1973 e 1974, ovvero l'uscita di "Dark Side of the Moon", la fine dei King Crimson, la fine della formazione classica degli Yes e l'uscita di Peter Gabriel dai Genesis, toccherà anche alle Orme provare a reinventarsi. Ci vorranno tre anni prima che trovino la formula più adatta a loro e che arrivino gli ultimi due capolavori. Non tutto però sarà da buttare del percorso che comincia col successivo "Smogmagica" e l'arrivo in formazione del chitarrista Tolo Marton.

- Prog Fox #orme:

#tonipagliuca (tastiere)

#aldotagliapietra (voce, chitarre & basso elettrico)

#michideirossi (batteria)



con

#gianpieroreverberi (produzione; pianoforte)

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