martedì 3 settembre 2024

Iron Maiden: "Powerslave" (1984)

Usciva quarant'anni fa oggi "Powerslave", quinto album degli Iron Maiden e secondo della formazione classica (oltre ai membri fondatori Harris al basso e Murray alle chitarre, Smith alle chitarre, Dickinson alla voce e McBrain alla batteria). Il disco vende dieci milioni di copie ed è numero 1 nel Regno Unito e numero 12 in America. Si tratta anche di uno dei capolavori assoluti del gruppo (che comunque non sbagliò nessuno dei suoi primi sette album instudio...)



Disco completo --> https://tinyurl.com/2v6zs8b7

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Gli Iron Maiden nell'era Dickinson passano alcuni anni di incendiaria visione creativa. Presi da quello che per anni fu un irrefrenabile furore sacro che li portò a incidere e pubblicare sette album in studio e un live in otto anni, poche settimane dopo la fine del loro tour mondiale del 1983, essi rientrano in studio sull'isola di Jersey a inizio 1984 per comporre buona parte del loro quinto album, completato e inciso in seguito alle Bahamas. Il disco sarà uno dei due nell'intero catalogo del gruppo a non avere canzoni firmate da Dave Murray: sono Harris, Dickinson e Smith a dividersi la scrittura delle composizioni.

L'opera, intitolata Powerslave, ha probabilmente come primo merito quello di ospitare il maggiore epos del gruppo, Rime of the Ancient Mariner, canzone di Harris certamente in lizza per il titolo di migliore opera del gruppo in generale. Ispirata alla Ballata del Vecchio Marinaio del poeta inglese Samuel Taylor Coleridge, di cui ci regala anche citazioni nelle liriche, la composizione si dipana per oltre tredici minuti, sfruttando l'usuale ritmo anapestico del gruppo nella lunga sezione iniziale e in quella finale, intervallate da un parlato che solca rumori che evocano il ampie distese oceaniche, e rappresentando uno dei migliori esempi di progressive metal degli anni ottanta.

Ma non è solo Rime: secondo capolavoro da citare è Two Minutes to Midnight (Dickinson/Smith), un altro dei pezzi antimilitaristi del gruppo, che nel clima arroventato della guerra fredda accusa Stati e mercanti d'armi di collusioni ancora oggi consolidate e ben visibili. Interessante notare come il metal, negli anni ottanta in special modo, abbia spesso condotto la battaglia contro militarismo e imperialismo, da Motorhead e Iron Maiden a Megadeth e Metallica passando dagli Slayer.

Altro capolavoro nel capolavoro, sempre a tema storico-politico, è Aces High, prova vocale superlativa di Dickinson, ispirato al film La battaglia delle aquile del 1976 che parlava della Battaglia aerea d'Inghilterra nella II guerra mondiale.

Il titolo del disco, e la sua iconografia, vengono ispirare dalla superba canzone omonima, composta da Dickinson a tema antico Egitto: parla infatti della disperazione e della rabbia di un faraone-dio egizio che si chiede per quale motivo una divinità debba morire. L'incalzare angosciante della canzone, con un riff tra il sabbathiano e il mediorientale e un ritornello disperato, mette un senso profondo di ansia e orrore. Il brillante strumentale Losfer Words è un ideale riempitivo: sebbene inessenziale, non annoia e intrattiene l'ascoltatore dandogli modo di respirare tra un brano apocalittico e l'altro.

Persino brani minori come Flash of the Blade (che compare prominentemente nella colonna sonora di Phenomena di Dario Argento), The Duellists e Back in the Village vedono la band esibirsi in prestazioni sensazionali, con riff di chitarra dal sapore neoclassico, una sezione ritmica melodica e pulsante e un Dickinson in strepitosa forma vocale.

Powerslave si gioca il titolo di migliore opera in assoluto degli Iron Maiden con il loro disco d'esordio, con The Number of the Beast e con Seventh Son of a Seventh Son. Il tour mondiale del disco, undici mesi in 28 paesi, immortalato sul successivo disco "Live after Death", contribuirà a consacrare gli Iron Maiden come una delle più grandi realtà non solo del metal ma anche del rock in generale.

Prog Fox

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