giovedì 29 agosto 2024

Oasis: "Definitely Maybe" (1994)

Usciva trent'anni fa oggi "Definitely Maybe", primo album degli Oasis, forse il gruppo più rappresentativo di tutto il brit pop e della Cool Britannia, vero simbolo degli anni novanta inglesi. Originari di Manchester, adoratori dei Beatles, i fratelli Gallagher (Noel, chitarrista e compositore; Liam, cantante e uomo-immagine), litigiosi proletari di origine irlandese, sfondano nelle classifiche con il loro atteggiamento sfrontato e vendono 100'000 copie del disco in quattro giorni. Come per tutti i rocker di successo, le domande fondamentali sono le solite: ci sono o ci fanno? Sono solo dei cloni dei Beatles che si sentono stocazzo, o sono la più grande rockband degli anni novanta? Per l'ardua sentenza tocca aspettare posteri ancora più lontani: trent'anni non sono stati sufficienti a risolvere l'enigma. Nel frattempo, il consiglio è riascoltarsi il loro album d'esordio e goderselo senza sforzarsi a trovare una risposta.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/bb9z7m6x)

Sono pochi i dischi d’esordio che hanno avuto una produzione lunga e travagliata come “Definitely Maybe” degli Oasis. Citando direttamente le fonti possiamo affermare senza remore che fu un vero casino. La storia è lunga e noiosa, vi basti sapere che si susseguirono ben tre diversi produttori e le canzoni furono riarrangiate, remixate e riproposte in così tanti modi diversi che dopo circa 9 mesi di fatica buttata, i Nostri erano sul punto di abbandonare tutto e lasciare il mondo della musica, solo sfiorato da lontano. Invece accadde il miracolo. Grazie all’aiuto di Owen Morris, terzo produttore e finalmente quello giusto (non a caso in seguito produttore dei mitici primi 3 album degli Oasis), le canzoni iniziarono ad essere registrate come voleva la band. La chiave fu semplice, riconoscere che gli Oasis erano una band nuova, innovativa e non legata a schemi passati (cosa che gli altri produttori non avevano considerato) e lasciare carta bianca a Noel in tutto ciò che desiderava.

Il primo singolo rilasciato fu “Columbia” in una versione estesa che la BBC One trasmise a ripetizione alla fine del 1993. Un biglietto da visita importante, anche se è un po’ un casino di suoni e chitarre sovrapposte, canzone debitrice di una logistica caotica e non perfettamente organizzata: ma ancora oggi rimane una grande overtoure di quello che gli Oasis avevano in serbo per il mondo intero.

Ad aprile del 1994 debutta come singolo “Supersonic”, grandissimo pezzone-manifesto di tutta la nuova estetica degli Oasis, che unisce psichedelia d’antan e sonorità molto catchy per il nuovo pubblico; senza scordare l’onnipresente citazionismo beatlesiano e i coretti vintage, per ricomporre il grande filo rosso che unisce il nuovo brit-pop anni ’90 ai fasti degli anni ’60. Il tutto in quella veste sontuosa e riccamente gioiosa che i Nostri riescono a portare avanti, nonostante le facce scocciate da delinquentelli di provincia e la posa rigida di Liam. Segue a ruota il singolo “Shakermaker”, stupendo “scherzo” in senso mozartiano, costato 500.000 dollari di multa, per l'uso non autorizzato della famosa canzone dello spot televisivo della Coca-Cola degli anni '70. Cosa che non ha certo fermato Liam dal cantare le parole di quella specifica versione proibita nei live, per puro gusto provocatorio.

Non scordiamoci che “Supersonic” si porta dietro come B-sides capolavori assoluti come "Take Me Away", "I Will Believe" (in versione live), mentre Shakermaker invece “D'Yer Wanna Be a Spaceman?" e la demo di “Alive”; questo perché, grazie anche all’album “The Masterplan” a dimostrazione, il lavoro di cantautore di Noel negli anni ’90 è tale da generare capolavori che purtroppo non trovano la loro naturale uscita in un album, sono relegati ai lati B, ma è necessario riscoprirli. I singoli del primo album sono così saturi di pezzi importanti per la band da consentire a Liam di imbastire un tour live di grande successo solo su “Definitely Maybe”, confinato – ahimè – al solo Regno Unito.

A proposito di singoli, finalmente con l’uscita di “Live Forever” gli Oasis conquistano la prima posizione in classifica, e siamo arrivati all’8 agosto 1994. L’etichetta della Creation però è in forte passivo, nonostante il primo grande successo, e la situzione non appare buona all’orizzonte. Sembra che per i Nostri non ci sia fine al periodo di gavetta, duro e sempre in saluta. Nonostante le ristrettezze economiche si punta però ad un battage pubblicitario sontuoso ed in grande stile: a fine agosto l’album può vedere finalmente la luce.

Il debutto è davvero grandioso: primo in classifica (spodesta i Tre Tenori e il loro disco del ’94), e vende ben 100.000 copie nei primi quattro giorni. Un record assoluto. Le fatiche immense di Noel sono premiate, ma con il successo arriva un nuovo problema. Sebbene Noel abbia imposto alla costituzione degli Oasis (nel lontano 1991) la sua indisussa leadership e l'essere considerato referente creativo unico, il pubblico si innamora del carisma e della voce di Liam. Questo e molti altri fattori caratteriali incidono profondamente sulla vita professionale e privata dei Gallagher, fuori e dentro al palco. Seguiranno infatti 15 anni di screzi, malumori, frecciatine a mezzo stampa, risse, abbandoni e ritorni, botte da orbi con mazze da cricket, interviste infuocate, fino ad arrivare a quell’agosto del 2009, con pezzi di chitarra frantumata e l’addio perentorio di Noel alla band.

Amatissimi nonostante l’impietoso teatrino che hanno consegnato alla storia del Rock, gli Oasis hanno vissuto grandiosamente e cavalcato di diritto tutti gli anni ’90, generando quella colonna sonora che è ricordata ancora oggi. Per molti puristi gli Oasis sono esclusivamente “Definitely Maybe”, “What’s the Story (Morning Glory)?”, singoli annessi (quindi anche “The Masterplan”), qualche cosa di “Be Here Now” e pochissimo altro; il resto è solo rumore e anche la storia, andando avanti e superando il brit-pop, non li vede protagonisti musicali dopo il 2000. Ma quello che hanno fatto con il loro primo album e poi confemato col secondo, rimane scolpito nella storia della musica. Non a caso con le loro carriere da solisti Noel e Liam cercano, prima l’uno e poi l’altro, di intercettare quelle vibrazioni magiche e quelle sonorità perdute nel tempo, recuperando qualche fan della prima ora e ammaliando pochi giovani zoomer britannici. Ma non si può ricostruire quello che con lacrime e sangue si è conquistato agli esordi, quando ti muoveva la fame e il desiderio di sfondare.

In occasione di questo trentennale, alla fine di questo caldissimo agosto 2024, gli Oasis hanno annunciato la loro reunion, 15 anni esatti dopo il loro fatale scioglimento a Parigi. Queste date tonde rimbombano nella mente dei fan e il tutto ha il sapore di un riallineamento cosmico o karmico. Liam e Noel hanno messo da parte i loro dissapori e, conti alla mano, hanno messo in conto di fare un bel botto per l’anno fiscale 2025, con una serie di concerti nel Regno Unito (e Irlanda, quindi così contano anche l’Europa). Al momento in cui vi scrivo non sappiamo ancora se ci sarà un album nuovo o quale sia la scaletta proposta. I tempi sono piuttosto stretti per pubblicare qualcosa e soprattutto non è scontata la collaborazione di entrambi per una fatica del genere, senza contare i vecchi membri della band originale. Per quando mi riguarda, ho passato le due fasi umorali in stile Jeff Goldblum in Jurassic Park, ovvero dall’urlare “Figli di puttana, lo avete fatto veramente!”, al ponderare con piglio severo di fronte a questa reunion: “la mancanza di umiltà di fronte al Rock che vedo qui mi sgomenta…”.

Una reunion di vecchie glorie è tale solo se c’è anche la scintilla creativa, il vecchio mojo perduto, altrimenti è solo accaparramento di denari o un “facciamo le cose che abbiamo fatto anni fa per sentirci come eravamo a quei tempi” (cioè vampirizzare il pubblico). In entrambi i casi non fa bene a nessuno. Perdonate quindi lo scetticismo, ma dato che qui si tratta di recensire un capolavoro di esordio come “Definitely Maybe”, la reunion del ’25 mi pare un oggetto alieno che ancora non so decifrare. Ma siamo solo all’inizio di questo nuovo circo e speriamo quindi che su queste pagine troverete, nel prossimo futuro, anche la recensione di qualcosa di nuovo che riguardi gli Oasis.

- Agent Smith

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