martedì 30 luglio 2024

Renaissance: "Turn of the Cards" (1974)

Viene pubblicato nel luglio di cinquant'anni fa "Turn of the Cards", quinto album dei prog rocker britannici Renaissance.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/yr8vuwsn)

Dopo la pubblicazione di "Ashes are burning", il chitarrista acustico Michael Dunford, già collaboratore esterno dei Renaissance, entra a tempo pieno nella formazione, che raggiunge così la sua fisionomia più nota, quella che mette in campo la cantante Annie Haslam, il sopracitato Dunford, il bassista e cantante Jon Camp, il tastierista John Tout, e il batterista Terence Sullivan, e che durerà fino al 1979.

I nove minuti di "Running Hard" aprono il disco con una lunga introduzione pianistica (che cita "Litanies" del compositore novecentesco francese Jehan Alain), prima di entrare con la formazione al completo, supportata dagli arrangiamenti orchestrali di Jimmy Horowitz. Il pezzo si dipana un po' prevedibilmente nel mettere in mostra le influenze del gruppo, che sono palesemente la musica rinascimentale, la musica classica e il folk britannico.

La breve riflessione "Thinking of you" precede "Things I don't understand", l'ultima, gloriosa reliquia della formazione originale dei Renaissance: il brano era infatti stato scritto dall'ex-batterista Jim McCarthy anni prima. Aperto da una lunga sequenza in 6/8 + 2/8, la canzone si posa poi per lasciare spazio alla vocalità eterea della Haslam, che parte da una atmosfera rarefatta, quasi senza accompagnamento, lungo un doppio crescendo emozionante.

"Black Flame" gioca ancora una volta con i piano e i forte, con la voce di Haslam portata dal vento delle note di pianoforte di Tout fino a che non emergono prepotenti strumenti e cori, che poi si placano come la brezza. Questo tipo di saliscendi dal sapore epico e solenne sono uno dei punti di forza dell'album. L'altro pezzo breve del disco è "Cold is being", per organo e voce, che cita l'Adagio in Sol minore (noto come 'Adagio di Albinoni') dell'italiano Remo Giazotto (1910-1998) ma che risulta abbastanza inessenziale, se non come pausa fra brani di respiro più ampio.

"Mother Russia", altro pezzo da nove minuti, viene posto in conclusione di album in quanto canzone più epica e destinata quindi a chiudere in crescendo. Non si può negare che la cosa riesca, dato che la sezione finale, corredata da una sezione fiati memorabile che danza sul bolero marziale di Sullivan per poi elevarsi con l'arrivo di archi e coro, è veramente superlativa.

In "Turn of the Cards", di novità significative non ce ne sono rispetto ai dischi precedenti e nemmeno nel contesto più generale della musica rock dell'epoca, rispetto alla quale resta abbastanza avulso, come se il gruppo si fosse isolato in una corte rinascimentale lontana dal resto del mondo. Ciò nonostante, si tratta di un ottimo disco classico del progressive rock dei primi anni settanta.

- Prog Fox

#renaissance:
#anniehaslam (voce)
#michaeldunford (chitarre acustiche & voce)
#joncamp (basso & voce)
#johntout (tastiere & voce)
#terencesullivan (batteria, percussioni & voce)

arrangiamenti orchestrali: #jimmyhorowitz
liriche: #bettythatcher

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