venerdì 14 giugno 2024

Barclay James Harvest: "Everyone is everybody else" (1974)

Esce il 14 giugno di cinquant'anni fa "Everyone is everybody else", quinto album dei prog rocker britannici Barclay James Harvest. Un altro disco di buon livello per una delle migliori formazioni minori del prog anni settanta.



(disco completo: https://tinyurl.com/y83z85y2)

Nel 1974 i Barclay James Harvest si sono ormai affermati come band minore ma solida del progressive rock britannico. Dopo un primo album acerbo hanno fatto seguito quattro lavori di buon livello, all'interno dell'alveo di un prog melodico, influenzato dai Beatles e dalla psichedelia britannica, oltre che dalle coordinate stilistiche del prog romantico e malinconico dei Moody Blues e dei primi King Crimson, fatto di mellotron e arrangiamenti orchestrali.

Il loro quinto album in studio, "Everyone is everybody else", arriva in un momento in cui il progressive classico inizia un calo, che ne vedrà la sostituzione nel pubblico con il progressive influenzato da "Dark Side of the Moon" dei Pink Floyd, il cui impatto ancora non ha investito come un ciclone il movimento. I Barclay James Harvest, però, riconoscono la necessità di un cambiamento e assumono il produttore Rodger Bain, noto per avere prodotto i primi tre dischi dei Black Sabbath, i primi due dei Budgie e il primo dei Judas Priest. L'idea quindi sarebbe di rafforzare le proprie coordinate da rocker e diminuire un po' gli aspetti depressivi e sognanti della musica, idea che però rimane un po' a metà del guado, anche a causa dei contrasti tra Bain e il gruppo sulla direzione musicale da prendere. Controversa, per esempio, la decisione di imporre ai Barclay James Harvest di lasciare fuori dall'album "Maestoso", brano epico-romantico composto dal tastierista Wooly Wolstenholme.

Sicuramente va rivolto un grazie a Bain per l'atmosfera dei due splendidi brani che aprono e chiudono il disco, ovvero "Child of the Universe" e "For no one". Scritti dal chitarrista-cantante John Lees, si tratta di due brani antemici, dolenti eppure incisivi, suonati sui tempi medi, che riflettono la visione pacifista e cristiano-universalista del suo autore, che in essi denuncia la violenza in Irlanda del Nord, la guerra in Vietnam, e l'apartheid in Sudafrica. Ottimo il lavoro della sezione ritmica, belli gli assoli di Lees, i pezzi sono sicuramente tra i migliori del repertorio del gruppo e manderanno in visibilio gli amanti del genere.

Il bassista-cantante Les Holroyd e il batterista Mel Pritchard componongo le discrete "Negative Earth" (con un testo di Pritchard ispirato alle peripezie dell'Apollo 13) e "Paper Wings", altri due tipici tempi medi dal suono deciso e nitido, che beneficiano anch'essi della produzione di Bain, che soprattutto sulla prima delle due evidenzia il bel lavoro percussivo di Pritchard, capace di spaziare tra sottigliezza e forza con talento.

L'altro brano di livello superiore del disco è però un'altra composizione di Lees, "The Great 1974 Mining Disaster", esempio di citazionismo creativo in cui il gruppo decostruisce e ricostruisce "New York Mining Disaster 1941" dei Bee Gees con "Space Oddity" e "The Man who Sold the World" di David Bowie, in un ardito mash-up ante litteram, trasformandole in una gemma di progressive rock e satira politica, rivolta alla caduta del governo conservatore per effetto degli scioperi dei minatori ("a sailor oh so gay" è il primo ministro Ted Heath, "Mister Groan" è il leader dei minatori Joe Gormley).

Non altrettanto riusciti, invece, i brani che mostrano ancora una volta la passione del gruppo per il roots rock americano, come "Crazy City" e le sue armonie vocali alla Crosby, Stills, Nash & Young, e la combo "Poor Boy Blues"/"Mill Boys". Brani sicuramente piacevoli ma non particolarmente brillanti, forse inseriti per alleviare un po' la sensazione generale di cupezza del disco, ma che sarebbero stati meglio rimpiazzati dalla sopracitata "Maestoso" e da qualche altra canzone più nello stile dei loro brani migliori.

Nonostante questo, "Everyone is everybody else" resta un ottimo disco, e il doppio live tratto dal tour dell'album è forse la raccolta maggiormente consigliata a chi si dovesse interessare a questa band. I successivi album dei Barclay James Harvest si dirigeranno verso il rock progressivo post-Dark Side of the Moon, prima della definitiva svolta pop e dell'abbandono di Wooly Wolstenholme. "Everyone is everybody else" resta così l'ultimo disco della prima e più originale fase creativa della band, anche se non la commercialmente migliore.

- Prog Fox



#barclayjamesharvest:
#johnlees (chitarre & voce)
#lesholroyd (basso & voce)
#melpritchard (batteria, percussioni & voce)
#woollywolstenholme (pianoforte, tastiere & voce)

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