mercoledì 22 maggio 2024

10cc: "Sheet Music" (1974)

Esce nel maggio di cinquant'anni fa "Sheet Music", secondo, eccellente album dei britannici 10cc, sessionmen messisi in proprio ed esponenti di un meta rock melodico e intelligente, basato su armonie vocali tra Beatles e Queen, humor inglese e strizzatine d'occhio al glam e al prog contemporaneo. Per molti, "Sheet Music" è il culmine della loro parabola musicale, anche se non del loro successo discografico.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/23aprnjn)

I 10cc erano comparsi sulla scena nel 1973, lanciando la loro carriera di brillante gruppo rock con un disco estroso ed eclettico, semplicemente eponimo, col quale avevano anche toccato le classifiche grazie a gemme quali "Rubber Bullets" e "Donna". Come si usava a quei tempi, a un primo successo doveva seguire rapidamente un secondo album, che aveva l'obiettivo di consolidare e perfezionare i punti di forza della formazione: eclettismo, grande senso della melodia, buone capacità strumentali, cori angelici ispirati dai Beatles e per certi versi analoghi a quelli dei coevi Queen (ci ritorneremo sopra, per il disco successivo del quartetto), un senso dell'umorismo tipicamente britannico che si sposava a idee musicali malandrine, che hanno i loro antesignani dalla Bonzo Dog Band al Frank Zappa delle 'stupid songs'.

Lo spirito del gruppo si coglie già dal titolo: music sheets sono gli spartiti, sheet music può essere tradotto come 'musica da lenzuola', ma allude anche a 'musica di merda', quella suonata dalla 'worst band in the world' della seconda traccia del disco - una delizia melodica dalle inaspettate sequenze armoniche, inaspettato come lo è ciascuno degli altri brani dell'album, senza eccezione. L'unico momento che si può considerare un po' standardizzato è il riff di elettriche hard rock di "Wall Street Shuffle", il brano di apertura, un rock grintoso che ha qualcosa in comune con pezzi di successo hard e glam dell'epoca (Sweet? T. Rex?), sebbene il pezzo scappi di mano come un'anguilla alla prima curva della strofa, tra code strumentali di piano elettrico e batteria e strizzate d'occhio di chi all'hard rock non riesce a credere fino in fondo.

C'è motivo se molti reputano che "Sheet Music" sia il migliore album del gruppo, palma che si contende usualmente con il suo successore, "The Original Soundtrack", altro capolavoro del meta pop leggermente più artificioso e cerebrale, laddove "Sheet Music" è originale e sanguignamente strabordante: in "Hotel", un tribalismo retro che ricorda le musiche dei cartoni animati degli anni trenta e quaranta descrive un gruppetto di cannibali da cartolina; in "Clockwork Creep" seguiamo le evoluzioni di una bomba pronta a saltare su un aereo, tra cambi di tempo e di ritmica e un inquietante tic-toc ricorrente; in "Silly Love" il gruppo prende in giro uno dei suoi idoli (il Paul McCartney di "Silly Love Songs") con un hard rock ridicolizzato dal falsetto singhiozzante di Lol Creme e un testo che deride le banalità retoriche delle canzoni d'amore; "Baron Samedi" è una rivisitazione del mito dell'omonimo personaggio delle leggende dell'orrore caraibiche, con fantasia di percussioni e assoli di basso e chitarra alternati.

Se questo eclettismo non bastasse, non mancano anche i momenti riflessivi: il lirismo elegiaco di "Old Wild Men", duetto di Stewart e Godley dedicato agli amici invecchiati insieme e nobilitato da un bellissimo assolo di chitarra effettata con il gizmo (un congegno sviluppato da Creme e Godley per simulare archi e fiati), ma anche l'epos letargico della strepitosa "Somewhere in Hollywood", affidato alla voce di Kevin Godley, indubbiamente il cantante dalla voce più melodiosa dei quattro.

Completano l'album altri due brani perfettamente riusciti: l'insensata ballata folk-hawaiiana "The Sacro-Iliac", duetto vocale di Godley e Gouldman, e il cinismo armato di "Oh Effendi", che racconta le esperienze in Medio Oriente di un mercante d'armi e che potrebbe benissimo essere stata scritta oggi.

"Sheet Music" raggiunge la posizione #9 nelle classifiche britanniche con la forza della sua originalità e del suo humor - doti che verranno confermate dal successivo "The Original Soundtrack" - con un successo ancora più grande che, nel bene e nel male, segnerà la futura carriera dei quattro. Qui, però, tutto è ancora possibile e il gruppo ha davanti a sé un futuro non ancora scritto, che appare, ascoltando questo album, brillante - in tutti i sensi.

- Prog Fox



#10cc:
#ericstewart (voce, chitarre acustiche & elettriche, pianoforte, piano elettrico, organo & mellotron)
#lolcreme (voce, chitarre acustiche & elettriche, pianoforte, piano elettrico, mellotron & sintetizzatore)
#grahamgouldman (voce, chitarre acustiche & elettriche; basso elettrico, bouzouki & campane)
#kevingodley (voce, batteria & percussioni)

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...