mercoledì 24 aprile 2024

Gianni Maroccolo: "A.C.A.U. La Nostra Meraviglia" (2004)

Esce nell'aprile di vent'anni fa "A.C.A.U. La Nostra Meraviglia", debutto da solista del bassista e produttore italiano Gianni Maroccolo, vero deus ex machina della scena indipendente del Bel Paese: fondatore dei Litfiba, dei CSI e dei PGR, produttore di CCCP, Timoria, Bandabardò, Yo Yo Mundi, Andrea Chimenti, Marlene Kuntz... E su questo suo primo lavoro, molti dei vecchi amici e dei compagni di strada lo accompagnano: Piero Pelù, Giovanni Lindo Ferretti, Manuel Agnelli, Ginevra di Marco, Giorgio Canali, Cristiano Godano, Francesco Renga, e anche nomi anomali come Jovanotti e Franco Battiato, Bonaventura Licheri e Raiz.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/56uuhryh)

Per chi abbia il minimo interesse per la storia del rock italiano, Gianni Maroccolo non ha bisogno di presentazioni, e questo paragrafo è superfluo vieppiú. Per tutti gli altri, Maroccolo è stato il cuore pulsante di quella che oggi chiameremmo "scena indie" e che negli anni '80 si chiamava piú prosaicamente rock: bassista dallo stile inconfondibile, compositore e produttore artistico affilato e in generale portatore sano di un germe rock che "infetterá" tre o quattro decenni di musica elettrica italiana: dalla formazione storica dei Litfiba, quella dei "17 Re" per intenderci, ai due decenni con CCCP/CSI/PGR, alle collaborazioni con i Marlene Kuntz e il lavoro con le etichette indipendenti che incuberanno un'intera generazione di band, per tacere della lunghissima lista di crediti come produttore, dai Timoria in giú.

Vista la carriera del nostro, non fa specie che il primo disco a proprio nome sia una collezione di collaborazioni con alcuni dei piú alti papaveri della musica italiana all'epoca dei fatti. Da vecchi compari come Pelú, Ferretti, Ginevra di Marco e Canali, ai fratelli minori (in senso anagrafico) Godano e Renga, passando per i colleghi di New Wave Federico Fiumani (Diaframma) e Andrea Chimenti (Moda), per Carmen Consoli, Fiamma e Cristina Doná, piú due presenze apparentemente agli antipodi come Jovanotti e Franco Battiato. Tolta la coppia Agnelli Canali, che si dividono "End Coming Over Action Bird", ogni voce (incluso Bonaventura Licheri, poeta sardo qui presente con il gosos "Deus ti salvet Maria") si prende un pezzo di questo album sospeso tra cantautorato, trip hop e psichedelia elettronica. Ci sono pezzi piú orecchiabili, come l'opening "Fugge l'abbraccio" (con Pelú), la suadente "Sabbia" (con Renga), "Meloria's Ballad" (con Cristina Doná) e la molto jovanottiana "Da Raccontarti all'alba"; ci sono momenti piú ombrosi e misteriosi, come "S'ostina" (con Ferretti, brano che poi verrá reinciso con i PGR), "End Coming Over Action Bird" (con Agnelli a sussurrare versi in cut-up in inglese nella prima metá, e Canali a fare il reading piú Canali mai concepito nella seconda) e il reading "Deriva Finita" (con Godano). Carmen Consoli ha uno dei contributi migliori, con la splendida ballata cantautorale "Carezza d'Autunno", mentre Battiato e Di Marco forniscono due performance ipnotiche in "Night and Storm" e "Elianto", rispettivamente.

A unire una lista di artisti cosí diversi é la musica di Maroccolo, mix elettroacustico spesso obliquo ("Deus ti Salvet Maria" é quasi sperimentale per struttura e andamento, per dirne uno), ma sempre riconoscibile. Non un disco per tutti, e non per tutte le stagioni, ma con un fascino particolare, intimo e universale al tempo stesso.

- Spartaco Ughi

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