giovedì 25 aprile 2024

Blur: "Parklife" (1994)

Trent'anni fa oggi usciva "Parklife", terzo album dei Blur. Il singolo "Girls & Boys", #5 nelle classifiche britanniche, diventava uno dei manifesti della 'Cool Britannia' e dell'attacco all'Inghilterra conservatrice, da un angolo però tutto sommato poco politicizzato e molto giovanilista. Satira sociale, humour inglese, melodie orecchiabili, profondità emotiva: un disco superbo che li consacra come una delle migliori band del decennio.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/4zphedy4)

Il primo colpo di cannone delle seconde [terze... NdR] invasioni inglesi viene sparato con inusitata forza, in un sonnecchioso inizio di aprile del 1994. E’ il singolo “Girls & Boys” ad urlare al mondo intero “basta” con le scopiazzature americane, perché siamo inglesi e fieri di esserlo. “Cool Britannia Rules”. Ed è palese che “Parklife" non sia solo un semplice album, la terza fatica dei Nostri, ma la prima vera consacrazione del genere. Una genuina dichiarazione d'intenti, il manifesto che ha segnato un'era: gioiello della corona del Britpop, che ha messo a nudo l'essenza dell'Inghilterra degli anni '90 come niente altro prima.

Partiamo dall’indimenticabile copertina: quei due levrieri sparati in corsa, frenetici e scatenati, che sembrano lanciarsi fuori dall’immagine, simbolo di velocità e agilità che riflette perfettamente l'energia e la frenesia dell'album. È quasi come se i Blur volessero dirci: "Tenetevi forte, perché questo viaggio sarà una corsa selvaggia!".

“Parklife", dichiaratamente un proto-concept album (parole di Albarn) è un viaggio attraverso storie strane e diverse, un cocktail esplosivo di satira sociale, ricco di umorismo inglese e melodie orecchiabili; tutti brani dichiaratamente “catchy”.

Si pensi alla title track "Parklife" che, nonostante se sia in massima parte parlata in un cockney incomprensibile da Phil Daniels (sì, lo stesso protagonista di "Quadrophenia"), contiene un ritornello che ti rimane addosso senza lasciarti più. Contagiosa come l'euforia di "Girls & Boys", un inno alla cultura dei club e delle vacanze sessuali che ha dominato i '90, non a caso composta dallo stesso Albarn durante una vacanza in Spagna. ogni traccia è un viaggio a sé. Ma non ci si può fermare ai soli singoli di successo. "End of a Century" parla della noia e della disillusione della vita quotidiana, mentre "To the End" è una ballata straziante che esplora le complessità dell'amore e delle relazioni. Brani diventati celebri, pietre miliari in una lunga carriera per i migliori rappresentanti di un genere iconico.

Questo terzo album è una prova strepitosa che mostra un lato più riflessivo e maturo dei Blur, dimostrando che sotto l'energia ribollente e l'umorismo tagliente, c'è una profondità emotiva che merita di essere esplorata. Come sempre, non tutti erano convinti di "Parklife" al momento del suo rilascio. La solita critica, rimasta con la penna intinta nei fasti del passato; e nonostante il plauso quasi unanime, alcuni lo hanno considerato perfino troppo “britannico” per avere successo internazionale. Sempre la critica americana, e la sua lotta per la supremazia musicale globale dai tempi remoti dei Beatles (sto parlando con te, Robert Christgau!). Rimane il fatto che è stata proprio questa britishness a rendere “Parklife” un fenomeno globale, celebrato per la sua autenticità e per aver catturato lo spirito di un'epoca.

Pochi mesi più in là e questo colpo di cannone non sarebbe rimasto un isolato tuono nel firmamento del rock britannico, ma l’arrivo di “Definitely Maybe” avrebbe siglato l’inizio di una nuova stagione per la musica. Le porte di una rivalità reale o, in buona parte, costruita a tavolino, si sarebbero spalancate. Per una guerra senza vittime, ma solo – come spesso accade nella musica -, con moltiplicazione di brani ed eventi a beneficio di noi ascoltatori. A distanza di tanti anni, la coppa del vincitore del Britpop è stata assegnata a turno a Blur ed Oasis, per meriti passati e futuri, qualche volta per la musica, per il numero di vendite, per gli introiti, dischi di platino, fidanzate lasciate ed insulti lanciati. Esiste un giudizio oggettivo di tutto questo periodo? Ovviamente no, c’è solo la valutazione che matura ad ogni ascolto, mentre il tempo passa ed anche i gusti possono cambiare o subire significative evoluzioni. Quindi provate a mettere su "Parklife", e lasciatevi trasportare dai Blur nella prima esperienza britpop.

- Agent Smith

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