sabato 13 aprile 2024

Camel: "Stationary Traveller" (1984)

Esce quarant'anni fa oggi "Stationary Traveller", album in studio dei Camel e ultimo disco della fase synth rock del gruppo nato e assurto alla fama come uno dei principali rappresentanti della seconda generazione di formazioni progressive britanniche. Si tratta di un bel concept album dedicato alla guerra fredda e in particolare alla città di Berlino, divisa dal Muro in Est e Ovest, suonato in modo brillante e incisivo. I tempi dei capolavori storici sono lontani, ma Andrew Latimer e soci sanno ancora scrivere belle canzoni e suonare con gusto e dignità.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/3tpd59ym)

Dopo la fine dell'era progressive del gruppo con "Nude" (1981), i Camel sono rimasti in mano al solo chitarrista-cantante Andrew Latimer. Se nella fase precedente si era ironizzato sui numerosi apporti alla formazione da parte di ex-membri dei Camel (David Sinclair, Richard Sinclair, Jan Schelhaas), quando Latimer rimette in piedi il gruppo per incidere un nuovo album per esigenze contrattuali, pesca tra ex-membri di 10cc e Alan Parsons Project (David Paton, Chris Rainbow, Duncan Mackay, Paul Burgess, Stuart Tosh). Non a caso, le nuove e mutevoli versioni dei Camel anni ottanta vedono sonorità molto più synth rock e progressive pop, maggiormente in linea con i desiderata di pubblico e discografici dell'epoca e già anticipate dal sopracitato "Nude".

Nascono così due album in studio, "The Single Factor" (1982) e "Stationary Traveller" (1984), il primo pieno di ospiti e dal contenuto musicale ondivago e raffazzonato, il secondo programmato per motivazioni artistiche da un ispirato Latimer, che aveva ritrovato l'entusiasmo durante la lavorazione dell'album precedente. La formazione si stabilizza attorno a Latimer, al batterista Paul Burgess (ex-10cc) e al tastierista Ton Scherpenzeel (ex-Kayak), ai quali si aggiungono, per le sessioni di registrazione del nuovo album, il bassista David Paton, il cantante-tastierista Chris Rainbow e il tastierista Haydn Bendall.

Pensato come un concept album che vede storie di umanità desolata sullo sfondo della Berlino divisa dal Muro, "Stationary Traveller" beneficia del senso di coerenza fornito dall'atmosfera di fondo del disco, cupa, ben amalgamata fra il livello tecnico dei musicisti e il quadro sintetico-elettronico della batteria e delle tastiere, che rendono il disco un palese, ma per nulla sgradevole, figlio degli anni ottanta.

Spiccano così canzoni come la disperata, incalzante "Cloak & Dagger Man" (magistralmente interpretata da Rainbow), l'arida litania di "West Berlin", la romantica canzone noir "Fingertips" (con il fluido basso fretless di Paton e il sax del celeberrimo Mel Collins) e la meditazione finale "Long Goodbyes", brani infarciti di tastiere e sintetizzatori, assoli di chitarra elettrica e buone linee vocali, distribuiti bene in un disco che perlopiù scorre senza infamia e senza lode (le canzoni "Refugee" e "Vopos"; lo strumentale - un po' troppo lungo di quanto dovrebbe - che da il titolo al disco).

Qualche strumentale poco ispirato non si addice alla natura dell'album, ma questo non può inficiare il buon livello delle composizioni, che collocano "Stationary Traveller" fra i prodotti da rispettare del neo prog ottantiano, sebbene sia chiaro a tutti che i giorni di maggior gloria sono, almeno per il momento, alle spalle.

Per il successivo tour, Andrew Latimer ricorre, oltre a Scherpenzeel, Burgess e Rainbow, a una vecchia conoscenza come il bassista-cantante Colin Bass e al tastierista Richie Close. Dopo la fine del tour, il chitarrista scioglie i Camel. Ritorneranno alle attività solo dopo quasi sette anni, nel 1991.

- Prog Fox

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...