mercoledì 27 marzo 2024

King Crimson: "Three of a perfect pair" (1984)

Esce quarant'anni fa oggi "Three of a Perfect Pair", terzo album della terza incarnazione dei King Crimson, maestri del progressive rock e del rock di avanguardia dalla loro fondazione nel 1969. Dopo il capolavoro "Discipline" (1981) con cui Fripp e soci tornano in scena dopo una pausa durata sette anni, e dopo il derivativo "Beat" (1982), "Three of a perfect pair" viene ingiustamente snobbato, pur presentando alcune delle composizioni migliori di questa formazione. Il 12 luglio del 1984, dopo l'ultimo concerto del tour promozionale a Montreal, il padre-padrone del gruppo, il chitarrista Robert Fripp, riunisce i suoi compagni e comunica loro che i King Crimson sono sciolti da quel momento, con enorme frustrazione di tutti. Si ritroveranno solo nel 1994.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/mr8dtvnf)

L'umorismo uber-intellettuale e assurdista di Robert Fripp e dei suoi compagni di fatica (Adrian Belew a voce e chitarre, Tony Levin a bassi, Chapman stick e sintetizzatori, e Bill Bruford a tutto ciò che è percussione) si riflette magnificamente nel titolo di quest'album, terza fatica di quella che può essere considerata la terza incarnazione della band inglese (e contenente la "parte terza" di uno dei brani più iconici dei KC). "Three of a Perfect Pair" è un gioco di parole sul poker ("Three of a kind" è un tris, "Pair" è una coppia) e un divertissement che lasciò, piuttosto ingiustamente, l'amaro in bocca alla critica del tempo. Dopo la piccola rivoluzione di "Discipline", riuscita miscela di rock progressivo e new wave data alle stampe da questa formazione nell'81, e il passo falso di "Beat", amato da molti fan ma, se visto a posteriori, poco piú che minestra riscaldata del predecessore, arrivó questa terza fatica del quartetto anglo-americano.

"Three of a Perfec Pair" non raggiunge i picchi di creatività di "Discipline", ma si eleva rispetto a "Beat" muovendosi in direzioni divergenti: il lato A, composto da quattro canzoni pop-rock di buona qualitá media (tra le quali svettano la title track e soprattutto "Sleepless", in cui Tony Levin fa uso dei suoi funky fingers, estensioni solide delle dita della mano destra che permettono di schiaffeggiare il basso con inusitata velocitá) e un soundscape strumentale, fa il paio (...lol?) con un lato B di pura "musica da camera elettrica", divisa tra rumorismo ("Industry"), canzoni sghembissime ("Dig Me") ed un lungo strumentale in due parti, il soundscape "No Warning" e l'esplosiva "Lark's Tongue in Aspic, Pt. III", che chi scrive considera uno dei pinnacoli creativi raggiunti dalla band, non soltanto in questa sua terza incarnazione. Oltre ad essa, è notevole ed esaltante l'elettrica "Sleepless".

"Three of a Perfect Pair" non é certamente il disco migliore, né il piú rappresentativo o innovativo, della creatura di Robert Fripp, ma ne racchiude tutte le idiosincrasie e i tratti distintivi, inclusa la tensione tra certi pezzi piú accessibili e certi altri, invece, aggressivamente astratti ed intellettuali. La band procederá con un tour che andrá avanti fino alla prima metá dell'anno successivo per poi inabissarsi di nuovo, questa volta per un decennio buono, in attesa di riemergere, con una nuova carrozzeria adatta ai tempi, a metá degli anni '90. Non so che dirvi, a me piace, voi vedete un po'.

- Spartaco Ughi


#kingcrimson: #robertfripp (chitarre)
#tonylevin (basso elettrico, stick, sintetizzatori & voce)
#adrianbelew (voce & chitarre)
#billbruford (batteria & percussioni)

Nessun commento:

Posta un commento

ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO:   #  --  A  --  B  --  C  --  D  --  E  --  F  --  G  --  H  --  I  --  J  --  K  --  L  --  M  --  N  --  ...