domenica 30 aprile 2023

Francesco De Gregori: "Alice non lo sa" (1973)

Nell'aprile di cinquant'anni fa viene pubblicato "Alice non lo sa", primo LP solista del cantautore romano Francesco De Gregori, che segue il disco inciso con Antonello Venditti "Theorius Campus" dell'anno precedente. "Alice non lo sa" vende pochissime copie, ma è un punto di svolta della canzone italiana, grazie all'ermetismo che il giovane cantautore, classe 1951, porta al Folkstudio, rispetto ai colleghi più esplicitamente politici o popolari della scuola romana. La canzone che da il titolo al disco diverrà un classico. Il resto del disco, magnifico, è ingiustamente dimenticato.



(disco completo: https://tinyurl.com/2s476f7w

Dopo essersi separato dal duo con Giorgio Lo Cascio e avere inciso "Theorius Campus" con l'amico-rivale Antonello Venditti, essenzialmente per risparmiare sui costi dell'incisione di un disco da solo, come dichiarò forse per scherzo tempo dopo, giunge il momento per Francesco De Gregori di realizzare la propria prima vera opera solista, "Alice non lo sa".

Chiamato l'ennesimo amico del Folkstudio, Edoardo De Angelis, a dargli una mano con gli arrangiamenti e la produzione, De Gregori confeziona un miracolo di umile ermetismo, musicalmente realizzato a partire dall'amore per Leonard Cohen e Fabrizio De Andrè, più che per Bob Dylan, di cui pure ammira chiaramente la cifra lirica poetica e simbolista. I musicisti chiamati a collaborare fanno parte della galassia romana che ruota attorno a RCA/IT/Folkstudio, dai Blue Morning del chitarrista blues Roberto Ciotti, che in quel periodo stanno lavorando con Antonello Venditti al loro primo LP, ai cantautori Maurizio Bigio e Renzo Zenobi, dal soprano Edda Dell'Orso, nota soprattutto per le sue collaborazioni con Ennio Morricone, al pianista Alessandro Centofanti, vero deus ex machina di tantissime produzioni musicali del decennio, a tanti altri.

"Alice", il brano di apertura il cui ritornello da il titolo all'ellepì, è un piccolo capolavoro, una delle canzoni più celebri del cantautorato italiano. Le immagini evocative che De Gregori sa dipingere, in modo quasi impressionista, i personaggi vividi di cui non sappiamo nulla, se non quadri che fotografano una reazione, un momento, come vedendoli a una finestra, o incontrandoli sulle scale del nostro palazzo, o sentendoli piangere o litigare all'angolo di una strada, restano fortemente impressi, mentre vengono raccontati con voce leggera, suadente e mai invadente, dal giovane De Gregori. E c'è "Irene", altro immaginifico ritratto di ragazza, aspirante suicida; sempre che l'ermetismo di De Gregori possa essere interpretato così facilmente anche quando il suo significato pare esplicito ('Irene alla finestra e tanta gente al suo suicidio, con il telefono staccato, l'anima in libertà: com'è grande il cielo e com'è piccola una donna').

E poi c'è la storia, raccontata con immagini di una potenza evocativa incredibile, in "1940" (con un pazzesco arrangiamento della sezione ritmica) e in "Saigon" (con Edoardo De Angelis alla seconda voce filtrata), le pur se ermetiche chiare indicazioni della coscienza politica. Ci sono gli omaggi agli amici musicisti, le delicate "Suonatori di flauto" e "I musicanti". Ci sono la rabbia di "Buonanotte fratello" e di "Il ragazzo", vero inno alla vita e alla libertà e per alcuni autoritratto del cantautore ('il ragazzo ha i capelli rossi e gli occhi blu').

E c'è "la Casa di Hilde", altra straordinaria narrazione in poesia, in cui l'ermetismo per un breve momento sparisce, sostituito dalla storia d'infanzia di Edoardo De Angelis che racconta a De Gregori, che la mette in musica, la sua esperienza, vissuta col padre, di incontrare presso una sua amica un contrabbandiere di orologi (qui divenuto di diamanti).

Le uniche canzoni che al vostro umile recensore appaiono sottotono sono, in ordine decrescente di interesse, "Sono tuo" (con il brillante banjo di Maurizio Bigio), "Marianna al bivio" e "Le strade di lei" (nonostante la presenza dell'immensa Edda dell'Orso, famosa soprattutto per le sue collaborazioni con Morricone).

Vero disco di culto della canzone d'autore italiana, "Alice non lo sa" è un disco incredibile se si considera che è stato realizzato da un ragazzo di 22 anni e dal suo gruppo di aspiranti musicisti e cantautori. È un peccato che, tolta "Alice", il resto di questa meravigliosa raccolta sia perlopiù sconosciuto anche a chi apprezza Francesco De Gregori.

- Prog Fox



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