martedì 12 luglio 2022

Talk Talk: "The Party's Over" (1982)

Usciva quarant'anni fa oggi "The Party's Over", disco d'esordio dei Talk Talk, una delle band più influenti del rock inglese degli anni ottanta. Un disco certamente immaturo ma che già conteneva in sé germi di grandezza, a partire dai singoli come "Talk Talk" e "Today" che iniziarono a imporli all'attenzione del pubblico.



(disco completo: https://tinyurl.com/2p8kh4ec)

I Talk Talk nascono nel 1981, formati dal cantante Mark Hollis (classe 1955), dal tastierista Simon Brenner (di cui non conosciamo l'età, ma che già aveva lavorato con Hollis prima della formazione del gruppo), e da una sezione ritmica formata dal bassista Paul Webb e dal batterista Lee Harris (entrambi del 1962).

Iniziano come gruppo spalla dei Duran Duran, dai quali prendono anche in prestito il produttore Colin Thurston (voluto da Hollis per il suo lavoro come ingegnere del suono su "Heroes" di Bowie), che li mette sotto e fa pubblicare il loro primo singolo "Mirror Man" (febbraio 1982), il loro secondo singolo "Talk Talk", che ottiene un primo timido successo di classifica (#52, aprile 1982, per poi raggiungere il #23 nella ristampa), e infine il loro album d'esordio "The Party's Over" (luglio 1982), che negli Stati Uniti viene pubblicato come "Talk Talk" dei Talk Talk prendendo il nome dalla canzone "Talk Talk" (mal di testa? sì).

Detto che Mark Hollis è uno di quei cantanti che potrebbe anche leggere l'elenco telefonico, il disco si caratterizza già per alcuni brani sensazionali: "Talk Talk", la canzone che da il nome al gruppo, vede l'inusuale sezione ritmica di Paul Webb e Lee Harris protagonista, sullo sfondo di sintetizzatori anni ottanta e pianoforte che occuperanno tutto lo spazio melodico e armonico del disco. Per quanto Brenner sia un musicista interessante, la malinconia e la spiritualità di Mark Hollis sono compresse da questo stile sintetico, troppo figlio del tempo, e non è difficile, in retrospettiva, comprendere da dove siano venuti gli impulsi a instillare un nuovo respiro vitale nelle composizioni del gruppo sui dischi successivi.

Anche le successive tracce, "It's so serious" e "Today", contribuiscono a confezionare un lato A di enorme spessore. La prima vede uno splendido ostinato di basso e tastiere che passa dai tempi medi al raddoppio della velocità nel ritornello, con Hollis già perfettamente padrone della propria voce e delle atmosfere tracciate dai Talk Talk.

Piazzati i colpi più clamorosi a inizio disco, "The Party's Over" prosegue in modo meno convincente, testimoniando di una certa immaturità dei ragazzi, perfettamente scusabile ma nondimeno limitante in questa fase della loro carriera. Quando i tempi rallentano e le melodie latitano, la voce dolente di Hollis e l'aria malinconica delle canzoni non bastano a supportarne la presenza.

Nonostante il buon esito commerciale ("Today" raggiunge il #14 in classifica in UK, l'album il #21 in classifica), Brenner lascia il gruppo dopo un ultimo singolo, "My Foolish Friend" (1983), prodotto da Rhett Davies (collaboratore di Brian Eno e Roxy Music).

Al di là di qualche limite e qualche ingenuità, comunque, "The Party's Over" risulta essere un disco d'esordio perfettamente adeguato e promettente per quella che sarà una delle più importanti formazioni della musica rock britannica degli anni ottanta (e oltre).

- Prog Fox

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