mercoledì 13 luglio 2022

Argent: "All together now" (1972)

Usciva nel luglio di cinquant'anni fa "All together now", terzo album dei prog rocker britannici Argent. Si trattò del disco di maggiore successo della formazione, grazie al singolo "Hold your head up".



(disco completo: https://tinyurl.com/3te359yw)

"All together now" è il terzo album del gruppo di rock progressivo che prende il nome dal suo leader, il tastierista Rod Argent, che lo fondò dopo lo scioglimento degli Zombies, uno dei gruppi più interessanti del beat inglese. Il suono scelto dal gruppo va dalle influenze classicheggianti a pianoforte e organo di Argent al rock più muscolare del chitarrista e cantante Russ Ballard, supportati dalla solida e versatile sezione ritmica formata dal batterista John Henrit e dal bassista Jim Rodford, cugino di Argent.

Su "All together now", gli Argent mostrano ancora una volta la propria ampiezza di soluzioni, anche se la scelta primaria è di dedicarsi a un rock minaccioso influenzato dal blues e dal white soul, che si avvicina alla musica proposta negli stessi anni da Faces, Free e Humble Pie, e anticipa per certi versi i Deep Purple dell'era Coverdale.

In questo stile, Russ Ballard contribuisce alla scrittura del disco con due pezzi, la funkeggiante "Tragedy" e il rock'n'roll dalle influenze r&b di "He's a dynamo", con Argent al piano elettrico e un dilatato solo chitarristico dell'autore.

La gran parte delle canzoni è però scritta da Rod Argent assieme all'amico Chris White, ex-bassista degli Zombies e ora co-produttore del gruppo. "Keep on rollin'" è un gradevole ma inessenziale boogie rock attraversato dal piano barrelhouse/country & western di Argent. "Be my lover be my friend", nonostante introduzione e assolo di organo, è forse il brano che incarna più pienamente le ispirazioni del gruppo in questa fase della propria carriera, dalla sezione ritmica stolida ai coretti e controcanti faux-gospel e al ritornello power pop.

Di tenore diverso rispetto a questo pacchetto sono i brani migliori del disco: innanzitutto "Hold your head up", il cui singolo fu una delle canzoni di maggior successo del gruppo, un brano scarnificato, essenziale, dominato da un ossessivo ritornello che ne decreta il successo - ma nella estesa versione dell'ellepì ne emergono i ribollenti assoli di organo di Argent, come zampilli di lava dalla colata di magma di un vulcano.

Infine, abbiamo i due brani più progressive: "I am the dance of ages", con una superlativa prova vocale di Ballard, in grado di interpretare le difficili armonie della canzone, la più artistoide dell'album, e la conclusiva "Pure Love", introdotta da un lunghissimo, a tratti magistrale assolo di Argent, nel quale il tastierista mette in mostra capacità, influenze e genio in un alternarsi di atmosfere che lascia a bocca aperta, sebbene nel complesso forse gli oltre tredici minuti del pezzo siano lievemente prolissi.

"All together now" si rivela complessivamente un buon disco per gli amanti del rock classico e progressivo di inizio anni settanta. Gli Argent comunque hanno fatto di meglio, per cui se vi convincono qui il consiglio è di approfondire la vostra conoscenza con il gruppo.

- Prog Fox

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