mercoledì 15 giugno 2022

New Trolls: "Searching for a land" (1972)

Il 15 giugno di cinquant'anni fa veniva pubblicato "Searching for a Land", terzo album in studio dei New Trolls e - probabilmente - il primo doppio album in studio del rock italiano, sebbene il lato B presenti (penosi) applausi sovraincisi per simulare una performance dal vivo. Il disco è il primo tentativo dei New Trolls (e forse di un gruppo italiano) di sfondare nel mercato discografico anglosassone, e lascia così sensazioni miste all'ascoltatore: al fianco di brani originali e meravigliosi, altri che suonano un po' troppo come imitazioni di Led Zeppelin e Deep Purple. Nel complesso, comunque, un'operazione artistica encomiabile che viene giustamente registrata fra le più riuscite del gruppo genovese.



(doppio LP completo: https://tinyurl.com/3yakd2ax)

Dopo il Concerto Grosso con Luis Bacalov e con il progressive che sta mietendo successo in tutta Europa, i New Trolls decidono, primi in Italia, di tentare la carta internazionale e di progettare un disco che avrebbe avuto l'ambizione di metterli a confronto diretto con i maggiori nomi - almeno in termini commerciali - del rock anglosassone dell'epoca, ovvero Led Zeppelin, Deep Purple, Emerson Lake & Palmer e Black Sabbath. Per fare ciò, è naturalmente necessario cantare tutto in inglese, lingua con la quale si erano barcamenati anche nei limitati passaggi vocali del Concerto Grosso.

L'esuberanza creativa del gruppo non nasconde appieno lo scisma musicale che si sta formando tra Nico Di Palo, geniale, aggressivo chitarrista hendrixiano, e Vittorio De Scalzi, chitarrista interessato a un prog semiacustico e suonatore di flauto traverso alla Ian Anderson dei Jethro Tull, sebbene il gruppo sia tenuto insieme dalla presenza del batterista Gianni Belleno e dell'organista Maurizio Salvi (entrato in formazione in occasione del Concerto). Gianni D'Adamo, invece, lascia il basso all'italo-canadese Frank Laugelli Rhodes durante le registrazioni del nuovo disco, "Searching for a land", presumibilmente il primo doppio LP in studio italiano.

Il primo LP è formato da canzoni di matrice progressive, alcune delle quali particolarmente dilatate. Il secondo LP contiene invece pezzi di hard rock alla Zeppelin/Purple/Sabbath, fatti passare per incisioni dal vivo utilizzando la vecchia tecnica degli applausi appiccicati in studio. Piuttosto patetico, ma per fortuna non va a detrimento del valore dei brani stessi.

I primi quattro brani sono progressive semiacustico in cui si alternano influenze britanniche e stimoli personali, in cui impressiona particolarmente il contributo di Maurizio Salvi, finalmente impiegato anche come compositore, che mostra spiccate sensibilità classiche e jazz. Nella notevole "Searching" emerge l'influenza dei Jethro Tull, mediata però dalle tipiche armonie vocali dei New Trolls e con il piano jazz dello spettacolare Salvi in evidenza, mentre la discreta ma ripetitiva "Percival" imita maggiormente lo stile dei Genesis più acustici, non fosse per la voce filtrata di Nico, del tutto sui generis. Ottima "In Saint Peter's Day", la terza ballata semiacustica consecutiva, dalle influenze classiche, con Salvi che si esibisce al piano e all'organo Eminent; ancora meglio fa "Once that I prayed", con Salvi ancora immenso agli arrangiamenti di pianoforte, organo e clavicembalo con cui colora il brano e De Scalzi che sovraincide deliziosi flauti traversi.

L'atmosfera cambia con "A land to live a land to die", altro ottimo brano di progressive blues letargico con Di Palo a condurre le danze e Salvi protagonista all'organo hammond.

"To Edith", posto in chiusura di primo ellepì, rappresenta in un certo senso la cesura fra i due dischi, dato che vede una sinuosa progressione di accordi di sapore prog arrangiata essenzialmente per organo e theremin devastata dalla prova vocale magistrale di Nico Di Palo, i cui polmoni vanno letteralmente a fuoco nel tentativo di bruciare le liriche scritte a suo tempo dal filosofo e matematico Bertrand Russell per la moglie Edith. Come sempre favoloso e fantasioso anche Belleno alla batteria.

"Intro" è uno strumentale di altissimo livello: introdotto da una torrenziale, tonitruante figura ritmica di Belleno, vede Salvi lanciarsi in una serie di improvvisazioni degne di Keith Emerson su un tappeto ritmico costruito essenzialmente da Belleno e Laugelli, prima di lasciare spazio alle cavalcate chitarristiche di Nico. In "Bright Lights" Di Palo si esprime in un falsetto urlato e graffiante che ricorda quello di Rob Halford dei Judas Priest, ma con due anni di anticipo. A tratti però il tono del brano e della voce si fanno forse fin troppo acuti, a rasentare quasi il grottesco.

La breve "Muddy Madelein" vede Nico Di Palo imitare Ian Gillan, mentre "Lying Here" chiude il disco con diciotto minuti dall'apparenza piuttosto destrutturata, in cui è inevitabile un po' di cecagna o di distrazione del pubblico.

Sfida tanto ai colossi del rock britannico quanto agli ascoltatori italiani, si può dire che "Searching for a land" sia stato un tentativo fallito: non permise ai New Trolls lo sbarco nella perfida Albione e non rinnovò le quotazioni nell'ingrata patria. È davvero un peccato, perché al di là di qualche ingenuità e di qualche eccesso gratuito, soprattutto nel secondo LP, appesantito da una invenzione melodica non all'altezza e dal desiderio troppo forte di imitare gli stilemi dell'hard rock inglese, qui dentro c'è davvero tanto materiale valido. La crisi della formazione esploderà nel successivo "Ut", tentativo di recuperare le posizioni perdute in classifica ormai fuori tempo massimo, che risulterà nel primo scioglimento del gruppo.

- Prog Fox

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