martedì 14 giugno 2022

Alan Parsons Project: "Eye in the Sky" (1982)

Nel giugno di quarant'anni fa veniva pubblicato negli Stati Uniti "Eye in the Sky", album dell'Alan Parsons Project, gruppo in studio guidato dal produttore Alan Parsons e dal cantante e tastierista Eric Woolfson. "Eye in the Sky", sempre più lontano dal progressive pinkfloydiano degli esordi e sempre più vicino a un AOR/pop rock anni ottanta, diventa il singolo e il disco di maggiore successo del gruppo britannico. Nel Regno Unito l'album era uscito poche settimane prima.



(album completo: https://tinyurl.com/bdd9u7jy)

"Eye in the Sky", introdotta dal breve, suggestivo strumentale "Sirius" (divenuto il tema d'ingresso dei Chicago Bulls nell'era Micheal Jordan), è la canzone più famosa dell'Alan Parsons Project, un pop rock delizioso, suonato in maniera immacolata, forse fin troppo, con un ritornello semplice e immediato anche nella immediata rima interna, allitterazione delle vocali a/i compresa ("I am the eye in the sky"). La pulizia del suono raggiunta dal gruppo a questo punto è qualcosa di impressionante, e permette di sentire ogni singola nota della slide, ogni variazione del rullante di Elliott, che spinge il brano con una ritmica sottilmente incalzante, impercettibile a un ascolto distratto. Ciò nonostante, la domanda se il pezzo si limiti a essere una riscrittura inferiore di tentativi pop rock dei dischi precedenti rimane.

"Children of the Moon", con il bassista Paton alla voce, è una delle canzoni migliori, trainata ancora una volta dalla batteria di Elliott, in cui i cambi di tonalità, gli archi arrangiati da Andrew Powell e i cori sovraincisi da Chris Rainbow suggeriscono ancora ascendenze progressive. Un altro breve interludio, "Gemini", in gran parte costruito dalle armonie vocali di Chris Rainbow, prelude a un altro ottimo brano, la melanconica "Silence and I", illuminata anche da un passaggio orchestrale scritto da Powell che ricorda un po' il suo arrangiamento della celebre "Music" di John Miles (1976, canzone a cui Powell e Parsons lavorarono insieme). La canzone chiude un lato A promettente, sebbene non particolarmente innovativo, che si difende bene e si colloca ai livelli dei precedenti lavori della formazione britannica.

I problemi iniziano nel secondo lato, dove i pezzi più rock sono piuttosto mediocri: mediocre "You're gonna get your fingers burned", mediocre "Psychobabble", mediocre "Step by Step", canzoni niente affatto brutte ma nel complesso dimenticabili, sottoarrangiate e già sentite nella discografia del Project; così si salvano solo la singolare "Mammagamma", strumentale suonata interamente a sintetizzatori ed emulatori, e la conclusiva ballata "Old and Wise", cantata da un altro amico e ospite usuale del Project, Colin Blunston (ex Zombies), e uno dei momenti più alti dell'intero disco, una canzone sul passaggio del tempo, struggente e corrispondente di "Silence and I" sul lato A.

Ennesimo passaggio lievemente involutivo dell'Alan Parsons Project, "Eye in the Sky" rimane un disco piacevole, che però conferma come la strada scelta sia in effetti un binario morto artistico. Infatti, l'album prelude al raggiungimento della completa mediocrità sul successivo "Ammonia Avenue", capolinea di un percorso musicale che richiederà alla formazione di ripensarsi almeno in parte per il resto degli anni ottanta.

- Prog Fox

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