mercoledì 15 giugno 2022

Gianna Nannini: "Latin Lover" (1982)

Esce il 15 giugno di quarant'anni fa "Latin Lover", capolavoro della cantautrice rock senese Gianna Nannini. Disco meraviglioso, fra i migliori della sua produzione, e uno degli esempi migliori della post new wave anni ottanta europea, capace di tenere in bilico Giorgio Moroder e gli Ultravox, i Kraftwerk e Billy Idol, a un livello altissimo, di rado raggiunto in Europa in quegli anni, declinandolo secondo un verbo artistico femminista, indipendente e sinceramente trasgressivo.



(disco completo: https://tinyurl.com/36e53udh)

Il successo di Gianna Nannini nel mercato europeo, soprattutto in Germania, porta la cantante a scegliere come produttore il maestro del krautrock Conny Plank, che le affianca il chitarrista Rudy Spinello, il bassista Hans Bäär, e i batteristi Rüdiger Braune e Jacki Liebezeit (ex membro del gruppo di culto Can). Oltre a loro, Gianna sceglie di affiancarsi al chitarrista Mauro Paoluzzi, noto soprattutto come spalla ventennale di Vecchioni, che scrive con lei due canzoni e suona su una terza; e a Mauro Pagani, ex-PFM e ora artista solista, sessionman e produttore, che presta l'usuale abbondanza di strumenti, fra i quali spicca il violino elettrico. Alle tastiere, infine, si alternano Annette Humpe e Annie Lennox degli Eurythmics, che stanno lavorando proprio con Conny Plank nello stesso periodo.

La scelta di Gianna Nannini e Conny Plank è di stampo potentemente new wave: si fondono chitarre elettriche lancinanti con batterie elettroniche e sintetizzatori, in modo da rimanere al passo con i tempi senza cedere un millimetro sulle proprie credenziali rock, anche grazie alla voce della Nannini, potente, graffiante, elettrica, capace di abbattere ogni dubbio a riguardo con la sua personalità.

La provocante "Primadonna" e l'onirica, splendida "Wagon-Lits" calcano musicalmente sul sapiente uso della ritmica elettronica alla Kraftwerk per dare un effetto caracollante e una continuità ritmica fra i due brani, il secondo dei quali introduce uno dei temi principali del disco, ovvero il viaggio. Si tratta di un disco dall'impronta fortemente continentale, mediterranea e mitteleuropea, che riflette sulla divisione fra Est e Ovest, come testimonia quello che è forse il capolavoro dell'album, ovvero "Ragazzo dell'Europa". Meditabonda ballata new wave esaltata dal violino elettrico di Mauro Pagani, degna delle migliori opere degli Ultravox, dotata di un testo immaginifico ed impressionista, attraversa Russia, Polonia, Germania, Francia, Spagna ('tu che guardi verso di me, hai visto i tori nel sonno e hai lasciato Madrid', 'tu che prendi a calci la notte, bevi fiumi di vodka e poi ti infili i miei jeans', 'viaggi con quell'aria precaria, sembri quasi un poeta dentro i tuoi boulevard', 'tu che incontri tutti per caso, non ritorni a Varsavia per non fare il soldato, tu ora vivi in mezzo a una sfida per le vie di Colonia e non sai dove andrai').

Lo sguardo di Gianna si rivolge poi verso Sud, con "Latin Lover", rock'n'roll esilarante in cui l'amante latino descritto da Gianna appare decisamente più sofisticato e androgino (o androgina?) del macho italiano ('stai con i tuoi trucchi stai, coi tuoi disegni stai sull'orlo della notte'), tra tocchi di mandolino di Pagani e acquarelli di synth, con il trascinante flamenco elettronico di "Fumetto", con basso fretless e violino elettrico in evidenza, e soprattutto con "Volo 5/4", in cui l'autrice solca con lo sguardo e il passo il Mediterraneo fra rimandi mitologici alla Grecia.

Completano l'album "Amore Amore", altra trottata krautrock, e la dolcissima, sublime poesia "Carillion", a dimostrare ancora una volta la capacità della Nannini di evocare con poche immagini ricordi ed emozioni, che appaiono, per l'ennesima volta in questo disco, radicati in un luogo e uno spazio, ovvero la campagna italiana.

I risultati dell'album sono folgoranti, e rendono Gianna Nannini uno dei fenomeni del rock continentale degli anni Ottanta, grazie al successo in Germania e Austria oltre che in Italia. D'altronde il disco, come detto, è uno dei più validi esempi di rock al femminile del periodo.

- Prog Fox

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