giovedì 23 giugno 2022

Jethro Tull: "Living in the Past" (1972)

Il 23 giugno di cinquant'anni fa usciva "Living in the Past", doppio album semiantologico dei Jethro Tull. Dopo il successo di "Aqualung" e "Thick as a brick", la casa discografica Chrysalis decide di pubblicare un doppio che contenga quasi tutti i lati A e B dei singoli editi finora, più l'intero EP "Life is a long song" di pochi mesi prima, e cinque brani completamente inediti. Una sorta di antesignano dei boxed set e dei dischi di rarità che ormai sono cosa normale nel panorama del rock e del jazz, e uno dei dischi fondamentali della carriera dei Jethro Tull.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/29cpuu53)

E' piuttosto incredibile credere oggi che all'inizio degli anni settanta il progressive rock fosse un genere di grande vendita e i Jethro Tull una delle sue band di maggiore successo. Eppure, le cose stavano così. E così, con "Aqualung" e "Thick as a brick" giunti al primo posto delle classifiche, la casa discografica del gruppo, la Chrysalis, decide di inventarsi un doppio LP che contiene la maggior parte delle tracce registrate dal gruppo e non presenti sui primi cinque album della formazione.

Il primo LP presenta dieci brani tratti dai primi sette singoli del gruppo, incisi e pubblicati dal 1968 al 1970 (lasciando così fuori ancora quattro canzoni e segnando il primo di innumerevoli buchi che rendono difficilissimo avere una discografia completa facile del gruppo), e due inediti dello stesso periodo.

Alcuni di questi singoli si possono recuperare sui primi quattro album della formazione ("Song for Jeffrey", 1968, e la famosissima versione prog della "Bourée" di Johann Sebastian Bach, 1969, "Teacher" e "Inside", presenti su "Benefit"), ma quello che rende il doppio veramente imperdibile sono i brani degli introvabili singoli mai riportati sugli LP in studio: il pop psichedelico "Love Song", 1968; "A Christmas Song", 1968, una delle più riuscite canzoni folk prog della carriera dei Jethro Tull tutti; i 5/4 di "Living in the Past", 1969, dall'incredibile arrangiamento ritmico, che liricamente mostra già il cinismo dell'Anderson ventunenne, scettico sulla rivoluzione hippie sia per quanto riguarda le droghe che per quanto riguarda la politica; l'efficace blues rock "Driving Song", 1969; l'epica, incalzante "Sweet Dream", 1970; l'epica "The Witch's Promise", 1970, degna del migliore folk rock britannico alla Fairport Convention o Pentangle. I due brani mai editi sono il desolato blues "Singing all day", che ricorda lo stile coevo dei Colosseum, e la geniale "Just trying to be", tipica gemma folk stralunata di Anderson, imparentata con le "Cheap Day Return" e "Slipstream" di Aqualung.

Il lato C comprende solo due lunghi strumentali incisi dal vivo, in gran parte improvvisati e francamente trascurabili, il cui aspetto più interessante è che sono fra i pochi brani non accreditati a Ian Anderson: "Dharma for One" infatti segue Clive Bunker lungo la formula abusata dell'assolo di batteria, come infaustamente fissata da "Toad" dei Cream e "Moby Dick" dei Led Zeppelin, ovvero una introduzione e una conclusione con un riff (e un verso cantato) che circondano un soporifero e infinito assolo di batteria, mentre "By kind permission of" segue il tastierista John Evans in una serie di improvvisazioni al piano che dimostrano principalmente che, per quanto dotato, non possa competere su questo formato con Keith Jarrett.

Il lato D per fortuna è interessante quanto i primi due, e comprende l'intero, bellissimo EP "Life is a long song", composto di cinque brani e uscito nell'autunno del 1971, il singolo "Locomotive Breath" (tratto da "Aqualung") e un inedito in studio, il capolavoro "Wond'ring Again", altro brano meraviglioso dell'era "Aqualung"/"Thick as a brick" e altrettanto ispirato nel suo folk prog indolente e distaccato che si intenerisce poi in una dimensione totalmente acustica, riprendendo il tema musicale della breve "Wond'ring Aloud" che si era ascoltata l'anno precedente in "Aqualung".

- Prog Fox

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