venerdì 17 giugno 2022

Antonello Venditti: "Sotto la pioggia" (1982)

Nel giugno di quarant'anni fa usciva "Sotto la pioggia", ottavo album del cantautore romano Antonello Venditti e ultimo disco di quello che potremmo chiamare il suo periodo autoriale, prima della svolta musicale modernista e ottantiana con "Cuore" del 1984.



(disco completo: https://tinyurl.com/3v4jbnfs)

Dopo "Buona Domenica" (autunno del 1979), Antonello Venditti si prende quasi tre anni di pausa dallo studio di registrazione. In questo periodo finalizza la separazione dalla moglie Simonetta Izzo e soffre terribilmente, al punto da contemplare il suicidio. Il supporto degli amici, primo fra tutti Lucio Dalla, lo riporta infine alla musica, e lo stimola a realizzare l'ultimo grande album del periodo classico della sua carriera.

L'ispirazione di Antonello corre su due binari, quello del dolore per la fine del matrimonio e quello per la paura ancora presente per gli anni di piombo, che emerge già dai primi versi del brano eponimo del disco: 'I carri armati, fari spenti nella notte sotto la pioggia, hanno lasciato strane tracce sull'asfalto piene di sabbia. Il presidente [Pertini], dietro ai vetri un po' appannati, fuma la pipa. Il presidente pensa solo agli operai sotto la pioggia.' Una nota singola di basso, accompagnata da un breve riff di chitarra elettrica, prelude ai due accordi di piano elettrico che mettono in moto la canzone, l'ultima riflessione del cantautore sugli anni di piombo che stanno finendo.

Musicalmente il disco non individua soluzioni particolarmente innovative rispetto a quanto visto in "Sotto il segno dei pesci" e "Buona domenica", in cui Venditti partecipa alla ricerca musicale collettiva del mondo cantautoriale di quegli anni, che vede coinvolto un ampio e comune novero di sessionmen - troviamo per esempio qui Ron, gli Stadio, Sandro Centofanti e Mauro Paoluzzi, tutta gente che nello stesso periodo collabora con Dalla, De Gregori, Vecchioni, Nannini - con esiti italici corrispondenti e comparabili a quelli della scena di LA di Toto, Jackson Browne, Boz Scaggs e compagnia cantante (letteralmente). Anche da questo punto di vista, questo è l'ultimo disco di Venditti con questo sound.

Seguono le strazianti "Torino" e "Dimmelo tu cos'è", canzoni dedicate alla fine della storia d'amore con Simona Izzo, mentre il lato A si conclude con "Fellini", appassionata dedica all'immenso regista romagnolo in cui Antonello mette in mostra le proprie grandi qualità vocali.

Sul lato B, "Le ragazze di Monaco" è un pezzo positivo e ottimistico nella migliore accezione del termine, che anticipa un po' i temi di "l'uomo di Monaco" dei Nomadi di un decennio dopo: si tratta di uno sguardo sull'Europa degli anni '80, lontana dalle suggestioni del nazismo e del fascismo, uno sguardo di speranza sui giovani, che però sembra soffermarsi sui giovani de-politicizzati, suggerendo - al di là delle intenzioni dell'inconsapevole cantautore - una sottile inquietudine per il percorso politico e artistico sia di Venditti sia della generazione giovanile degli anni ottanta.

"Sotto la pioggia" e la conclusiva, visionaria, sarcastica "Stukas", titolo che si riferisce ai caccia tedeschi della seconda guerra mondiale, rappresentano l'alfa e l'omega stellari di un disco che comprende e in un certo senso conclude una intera vicenda artistica. Gli anni di piombo finiscono poche settimane dopo, l'11 luglio del 1982, quando l'Italia vince per la prima volta nel dopoguerra i Mondiali di Calcio, con il presidente Pertini rievocato in apertura di album che ne certifica la fine esultando al Santiago Bernabeu nella Spagna liberata da pochi anni dal franchismo.

Le paure e le preoccupazioni di Venditti, i riferimenti continui a un possibile golpe che ancora dominano "Sotto la pioggia" vengono spazzati via da due trionfi calcistici, quello dell'Italia e quello del secondo scudetto della Roma il 15 maggio del 1983. Archiviata la storia d'amore con Simona Izzo, archiviati gli anni di piombo, Venditti archivia anche gli anni settanta e la canzone impegnata. Libero di dedicarsi al privato, diventa presto il cantautore del riflusso, degli anni del Pentapartito, del socialismo craxiano, della canzone romantica. Ne sarà anche interprete e autore capace, ma rimpiangeremo sempre il suo primo decennio di musica, quello che si chiude qui, dopo essere iniziato con "Sora Rosa" e "Roma capoccia" al fianco di Francesco De Gregori.

- Prog Fox

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