Usciva quarant'anni fa oggi "Allied Forces", quinto album del power trio canadese Triumph e disco più rappresentativo e importante della loro carriera, iniziata a Mississauga, nei pressi di Toronto, nel 1975. Hard rock dalle influenze classiche e progressive, il disco è un esempio meraviglioso di un genere che in Canada ha visto numerosi gruppi eccellere - oltre ai Triumph, i Rush, gli FM, i Max Webster e i Mahogany Rush.
(disco completo qui: https://tinyurl.com/x78v7se
I Triumph sono la risposta alla domanda: come avrebbero suonato i Rush se invece di una direzione più progressive avessero preso una direzione più hard rock? Ed è anche una risposta bellissima.
Giunti al quinto album, il power trio canadese realizza uno dei propri capolavori, e sicuramente il disco più famoso e passato alla storia della loro produzione. "Allied Forces" vede Rik Emmett (voce, chitarre), Gil Moore (voce, batteria) e Mike Levine (basso, tastiere) al culmine della loro padronanza compositiva, capace di spaziare da brani melodici ad antemici a hard rock supersonici e intensi.
Certamente nel complesso i Triumph non raggiungono la perfezione tecnica dei Rush, ma soltanto un folle potrebbe farsene un problema, perché le loro eccellenti capacità musicali sono calate totalmente al servizio di una musica più essenziale e concreta, complessa ma non interessata alle tendenze più cerebrali e labirintiche dei connazionali. Le capacità tecniche del chitarrista Emmett, poi, non sono seconde a nessuno. Purtroppo i fanatici dei Rush, odiano i Triumph solo per il fatto che qualcuno accosti le due band - indubbiamente diverse, nonostante Emmett come cantante sia chiaramente un discepolo di Geddy Lee - nella stessa frase. E gli estremisti del prog odiano i Triumph solo per il fatto che qualcuno suggerisca che abbiano elementi prog, certamente tangenziali, nella loro musica.
"Magic Power", cantata da Emmett, è il singolo di successo, #8 nelle classifiche, un hard rock che lascia a bocca aperta per intensità e per la facilità melodica del ritornello. "Allied Forces" è l'hard rock più devastante del disco, che sfonda più volte il muro che separa l'hard dall'heavy metal e vede una prova vocale magistrale del batterista Moore, oltre che un finale davvero esaltante.
Completa un terzetto di canzoni perfette "Fight the good fight", con la sua insinuante introduzione chitarra/moog alla Rush, che poi si trasforma in un rock sincopato dalla complessa figura ritmica e dal ritornello memorabile, corredata da un lungo assolo di chitarra; mentre è loro inferiore la pur valida "Ordinary Man", un crescendo che va dal coro a cappella, passando per la meditabonda ballata acustica, le tastiere genesisiane di Levine, la strofa alla Styx fino all'accelerata finale impressa dalla chitarra heavy di Emmett, accompagnata da una muscolare esibizione di forza di Moore.
Il delizioso interludio "Petite Etude" è l'immancabile frammento di musica classica per chitarra composto da Emmett per ricordarci la sua passione e il suo studio dello strumento nel genere.
"Fool for your love" e "Hot Time" sono invece pezzi meno significativi; sebbene non disprezzabili, non si lasciano particolarmente ricordare. Il disco si chiude infine con "Say goodbye", un altro brano notevole, degno tanto di Bryan Adams quanto dei Journey, forse appena più ruffiano di quanto consueto per la formazione, ma sicuramente di grande presa.
I Triumph sono il secondo gruppo hard rock/prog rock più importante e conosciuto del Canada. Uno dei motivi di questa rilevanza è "Allied Forces". Se siete fan dei Rush, dell'hard rock progressive o dell'hard rock anni ottanta, questo disco deve entrare il prima possibile nella vostra collezione.
- Prog Fox
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