Veniva pubblicato trent'anni fa oggi "Blood Sugar Sex Magik", quinto album in studio dei funk rocker alternativi Red Hot Chili Peppers. Si tratta anche del disco che apre loro le porte del mainstream, grande successo di critica e pubblico - giustamente, perché si tratta davvero di un capolavoro, stracolmo di canzoni memorabili e grande intelligenza musicale.
(disco completo: https://tinyurl.com/2cmwdzrp)
Raggiunta la stabilità durante le sedute di registrazione del quarto album "Mother's Milk", con i membri originali Anthony Kiedis (voce) e Flea (basso) raggiunti prima da John Frusciante (chitarre) e poi da Chad Smith (batteria), i Red Hot Chili Peppers cambiano casa discografica e produttore, scegliendo per il quinto album il quotato Rick Rubin, fra le figure fondamentali nel promuovere incontri musicali all'interno della cultura alternativa americana, dall'hip hop all'heavy metal.
Rubin porta il gruppo a registrare nella sua prestigiosa residenza, un tempo abitata da Errol Flynn e Harry Houdini. Con idee per le canzoni già parzialmente scritte e sviluppate con calma e in una atmosfera di grande collaborazione e cordialità, il gruppo incide il disco migliore della sua carriera, oltre 70 minuti di musica che mescolano ballate che si rifanno a uno stile più tipico del rock classico con lo stile funk punk/crossover del gruppo, con più enfasi sul funk e meno sull'heavy, compreso uno stile più misurato al basso dell'esuberante Flea.
Tutto questo, per gli amanti dello stile più underground e post-hardcore degli esordi, è la conferma del mezzo tradimento iniziato con "Mother's Milk" e l'arrivo di due musicisti che non avevano il funk nelle proprie coordinate polari (il batterista Smith addirittura non era nemmeno un amante del punk come Frusciante, ma aveva un retroterra da rock anni settanta e heavy metal). Come spesso avviene, però, questi purismi vanno lasciati ai fan più esaltati dei Faith No More e dei Mr Bungle, che non ammetteranno mai che una band con Kiedis e Flea fra i membri possa mai avere fatto qualcosa di buono dopo la morte di Hillel Slovak (il chitarrista originale deceduto a causa di una overdose nel 1987).
Il disco viene lanciato dalla strepitosa "Give it away", aperta da uno dei riff di basso più riconoscibili e brillanti dell'istrionico Flea. La chitarra spigolosa e new wave di Frusciante è come una pioggia acida di note che brucia tutto, breve solo inciso al contrario incluso, e il rap insensato di Kiedis nel ritornello aggiunge quella orecchiabilità necessaria alla creazione di un classico radiofonico degli anni novanta.
Fra le diciassette traccie del disco numerosi sono i funk rocker riusciti: "The Power of Equality", che apre il disco; "Suck my kiss"; "Sir Psycho Sexy", autobiografia di Kiedis, mai così ridicolo nel suo fallocentrismo pornaccioso.
La band si dimostra capace di prodursi in rocker dalle atmosfere minacciose e inquietanti anche sui tempi medi, grazie soprattutto al metronomo Smith e alla sua esperienza di rock classico, che frutta brani come "The Righteous and the Wicked", con Frusciante convinto a sfogare le sue pulsioni heavy metal più distorte, e la title track "Blood Sugar Sex Magik".
Ma le ballate, Grande Giove!, le ballate sono qualcosa di assolutamente geniale e puro: "Under the Bridge", profonda dichiarazione d'amore nei confronti di Los Angeles ('the city I live in, the city of angels'), che pure potrebbe sembrare la più ruffiana e marpiona, è invece davvero semplicemente ciò che dice di essere, un giro di chitarra che dimostra la genialità di Frusciante allo strumento e un testo tutto sommato dimesso di un Anthony Kiedis finalmente capace di mostrarsi umano; e persino il coro finale più che aspirare all'epos e alla solennità sembra più una parodia, alla maniera degli Stones di "You can't always get what you want".
Se "Under the Bridge" ruba la scena a tutte, notevoli sono però anche la fantasia psichedelica e allucinata di "Breaking the Girl" e la confessione malinconica di "I could have lied" (apparentemente su una breve, presunta relazione di Kiedis con Sinead O'Connor).
"Blood Sugar Sex Magik" è senza ombra di dubbio il disco migliore, più importante e più geniale della formazione losangelina, uno di quei miracoli in cui l'amore del pubblico e della critica coincidono pienamente con la riuscita artistica del prodotto. Non fatevi ingannare dai fan di Mike Patton e dai rimastoni del funk punk.
- Prog Fox
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