Viene inciso il 21 settembre di cinquant'anni fa il disco di debutto eponimo dei tedeschi Faust, tra i massimi gruppi del genere krautrock. Uno dei lavori più noise della prima parte degli anni settanta, è un capolavoro di rumorismo cut-and-paste, ottenuto in forma completamente analogica e organica da una delle rock band più deliranti di ogni tempo.
(disco completo qui: https://faust.bandcamp.com/album/s-t)
Se i Tangerine Dream, i Cluster, Conrad Plank e i Kraftwerk abbandoneranno la psichedelia spaziale per la musica elettronica, se gli Ash Ra Tempel si dedicheranno a viaggi onirici nel terzomondismo spirituale, i Faust fanno parte di quel novero di gruppi tedeschi che include Amon Duul II, Can e Neu che rimarranno fedeli dal punto di vista formale alla musica rock (una base di strumenti chitarre-basso-batteria-tastiere in cui nastri, campionamenti e primi strumenti elettronici rimangono ai margini) ma che allo stesso tempo genereranno una musica completamente diversa dal rock tradizionale. Questo li differenzia quindi da gruppi che possono essere riportati a grandi linee nel jazz rock più o meno psichedelico (come i Guru Guru, gli Dzyan, gli Xhol Caravan, i Kraan) o i gruppi più tradizionalmente affiliati al progressive britannico (Eloy, Triumvirat, Wallenstein).
Formatisi nel 1969, i Faust sono formati dai batteristi Werner Diermaier e Arnulf Meifert, dal chitarrista Rudolf Sosna, da Gunter Wüsthoff a sintetizzatori e sax, da Hans Joachim Irmler all'organo e dal bassista francese Jean-Hervé Péron.
Il modo in cui i Faust si rapportano al rumore è forse il più innovativo e influente di tutti i gruppi krautrock. Rumore organico, e soprattutto pensato sempre in funzione di una qualche tenua melodia, di una qualche direzione, mai fine a se stesso anche quando più sgraziato, sguaiato e invadente all'interno delle casse del vostro stereo, talvolta studiato per offuscare, talaltra per enfatizzare improvvisi sprazzi melodici. Certo, i momenti sgradevoli, il rumorismo puro abbondano e spesso dominano la scena, ma, ed è un punto fondamentale da sottolineare ancora una volta, da tenere presente per potere entrare nella mentalità con cui suonano i Faust, non è mai, mai fine a se stesso.
"Why Don't You Eat Carrots" e "Meadow Meal" si dividono il lato A, mentre "Miss Fortune" occupa tutto il lato B. La descrizione individuale di queste tracce non è essenziale per comprenderle: si tratta di una serie di frammenti e idee musicali giustapposti in modo intelligente e creativo, posti in modo da dare l'idea di un vero viaggio attraverso il rumore. Idee tratte dal rock e dalla psichedelia emergono dal mare di suoni e note, permettendo all'ascoltatore di agganciarsi a una melodia, a un arrangiamento, a un accordo. L'effetto è in prima battuta straniante, ma anche esilarante.
Il primo album dei Faust è un disco eccezionale e uno dei migliori dischi del krautrock tutto. Forse non è il miglior punto d'ingresso per questa musica (per motivi diversi, tutti i successivi tre album del disco, ognuno dei quali geniale, sono più adatti in questo senso), ma è probabilmente il disco più innovativo della loro carriera.
- Prog Fox
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