(disco completo: https://tinyurl.com/vhu824f3)
I Curved Air avevano esordito nel 1970 con un album eponimo che li aveva segnalati immediatamente come uno dei gruppi della nuova ondata progressive, pesantemente ed esplicitamente appassionati di musica classica, vista anche la formazione musicale del violinista Darryl Way e del chitarrista-tastierista Francis Monkman. Alle qualità tecniche dei due solisti si affiancavano la voce della cantautrice folk Sonja Kristina Linwood e il batterista Florian Pilkington-Miksa; ma per il secondo album del gruppo, il bassista originale Rob Martin veniva sostituito da Ian Eyre, a quanto dicono le fonti a causa di un infortunio alla mano che gli impedì di proseguire la sua carriera musicale.
Non ci sono cambiamenti significativi fra il primo e il secondo disco del gruppo: "Second Album" (un titolo veramente sfortunato e poco originale) continua la fascinazione dei Curved Air per un art rock dalle influenze classiche, le cui peculiarità stanno nell'uso del violino come strumento solista e del discreto uso di sintetizzatori all'avanguardia da parte di Monkman. Quello che si può notare è però che i due principali compositori del gruppo, Way e Monkman appunto, si dividono equamente le due facciate del disco, mostrando le prime avvisaglie dei contrasti che porteranno i due a separarsi un paio d'anni più tardi.
La scrittura di Way sul lato A viene completata dai testi della cantante Kristina. La musica dei due sfrutta i toni algidi e austeri tanto del violino che della voce di lei, con composizioni che rendono al meglio come "Young Mother", sorretta da una gustosa introduzione di sintetizzatori e con la solenne voce di Sonja Kristina sempre in primo piano, e come l'altrettanto notevole secondo pezzo del disco, "Back Street Luv", scritto assieme al bassista Eyre e divenuto - abbastanza inspiegabilmente, dato lo stile non proprio radiofonico del gruppo - un successo di classifica.
Diversificano un po' le cose la delicata ballata "Jumbo" e l'unico rocker del lato A, "You know", che si dipana sempre sui tempi medi e che si avvale di un efficace assolo di chitarra in finale di brano per scuotere un po' le cose; non ci sarebbe spiaciuto che il gruppo avesse lasciato sfogare Monkman per un altro mezzo minuto. "Puppets" conclude la prima facciata ritornando al classicismo dei primi due brani, con Way al pianoforte e un interessante, modernista arrangiamento ritmico, ottenuto tramite loop/sintetizzatori o mettendo pesanti effetti sulle percussioni di Pilkington-Miksa.
Francis Monkman, padrone assoluto del lato B, compone due brevi canzoni ma si focalizza soprattutto sui tredici minuti della suite "Piece of Mind". L'affascinante, vivace "Everdance", con Pilkington-Miksa impegnato a tessere una intricata figura di batteria, vede Monkman in primo piano con le sue tastiere coadiuvato dalle sviolinate di Way. I tempi rimangono elevati anche nella successiva "Bright Summer Day '68", dal sapore quasi circense.
"Piece of Mind", introdotta da sovrapposizioni di violino e tastiere assortite, alterna fasi cantate caratterizzate dai toni solenni prediletti dai Curved Air a sezioni strumentali che ogni volta diventano più frenetiche e complesse, raggiungendo un climax finale degno di Emerson, Lake & Palmer prima di posarsi definitivamente su sintetizzatori dai quali emerge la passione di Monkman per Terry Riley (ispiratore, con la sua "A rainbow in curved air", per il nome del complesso).
Nonostante la netta suddivisione delle composizioni nei due lati, il disco rimane molto autoconsistente e piuttosto simile nelle atmosfere all'album di esordio. In tal senso, "Second Album" resta certamente un album valido, ma meno originale e sorprendente del precedente.
- Prog Fox
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