Il 6 agosto di cinquant'anni fa veniva pubblicato l'album d'esordio eponimo dei britannici Stackridge, esponenti di un prog rock eclettico e fiabesco, promosso commercialmente dal buon risultato del singolo di lancio "Dora, the female explorer", dal taglio quasi di novelty song.
(disco con due tracce extra: https://tinyurl.com/552pcu4x)
Con membri provenienti da Bristol e Bath, gli Stackridge Lemon si formano nel 1969 prima di abbandonare il limone in favore del più semplice Stackridge. Perso momentaneamente il bassista Jim "Crun" Walter, sono cinque i musicisti che nel marzo del 1971 entrano in studio di registrazione per incidere il loro primo album omonimo: il chitarrista Andy Cresswell-Davis, il bassista James Warren, il flautista "Mutter" Slater, il violinista Mike Evans e il batterista Billy "Sparkle" Bent.
Il disco è un eclettico mix di generi e atmosfere, tendenzialmente indirizzato al crescente movimento progressive ma privo di certa seriosità e con esplicite influenze beatlesiane. Il risultato è delizioso, ma difficile da classificare e anche difficile da vendere: troppo complesso e articolato per il pop e il rock, troppo autoironico e scherzoso per il progressive - e fin da questo primo disco la carriera degli Stackridge rimarrà confinata a quello di gruppo di culto, nonostante i tentativi loro e delle case discografiche di promuoverli.
"Dora the Female Explorer" rappresenta il primo di questi tentativi: singolo di lancio dell'album, è canzone quasi per bambini, ispirata appunto all'omonimo personaggio, ma gli arrangiamenti tradiscono qualità notevoli e finezze sorprendenti dei musicisti, con le armonie vocali che tessono un ritornello irresistibile.
Innegabili le influenze dei Beatles nel brano di apertura "Grande Piano", un rocker pianistico in salsa McCartney con stacco di chitarra alla George; nel pop rock sinuoso e dai cambi di tonalità inattesi di "Marigold Conjunction"; così come nella validissima "Marzo Plod", con il violino country folk di Evans a introdurre gradite variazioni stilistiche.
Sorprende "Three legged table", che parte da un folk classicheggiante, solenne e dominato dal violino di Evans per poi trasformarsi in un power pop sopraritmo. Meno interessanti invece le sonnolente nenie acustiche "Percy the Penguin" e "32 West Mall".
Le due composizioni più ambiziose dell'album, che lo iscrivono di diritto, checché se ne dica di ogni altro brano del disco, nel progressive rock, sono quelle che chiudono rispettivamente i due lati, ovvero gli otto minuti di "Essence of Porphyry" del bassista Warren (che sembra quasi prefigurare le fantasie classicheggianti della Penguin Cafe Orchestra) e i quattordici minuti di "Slark", composta dal chitarrista Davis e dall'ex-membro Walter. Si tratta di due tour de force in cui il gruppo mostra tutto il proprio eclettismo, le proprie influenze folk e classiche e la propria capacità nel costruire arrangiamenti creativi ed entusiasmanti, che portano l'ascoltatore ad appassionarsi alla prossima curva e al prossimo sviluppo del brano.
Primo atto della carriera di questi degni eredi delle fantasie musicali autoironiche della Bonzo Dog Band, ma con un taglio più progressive e folk che è più parente di Family senza hard rock e Gentle Giant senza dissonanze, anticipatori di gruppi di meta pop quali i 10cc, musicisti per musicisti, gli Stackridge produrranno diversi album, tutti degni di essere ascoltati e apprezzati, prima di sciogliersi nel 1977.
- Prog Fox
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