Nell'agosto di cinquant'anni fa usciva "If 3". Non sorprenderà nessuno sapere che si tratta del terzo album dei britannici If, gruppo alla confluenza fra jazz rock e progressive rock - più importante prendere nota che si tratta forse del loro capolavoro assoluto.
(disco completo qui: https://tinyurl.com/yaukzzl8)
Per il loro terzo album gli If procedono indefessi con la stessa formazione dei primi due dischi, costituita dalla coppia a sax e flauto formata da Dick Morrissey e Dave Quincy, dal chitarrista Terry Smith, dal cantante JW Hodkinson, dal tastierista Johnny Mealing, dal bassista Jim Richardson e dal batterista Dennis Elliott. Lo stile del gruppo rimane altrettanto simile, basato sul virtuosismo di ispirazione jazz dei solisti, l'estrema solidità rock della sezione ritmica, le capacità di cantante soul bianco di Hodkinson e una propensione a scrivere brani che spaziano dal jazz rock al progressive con spruzzate di blues, soul e pop.
La formula era già affascinante; quello che succede di diverso in "If 3" rispetto ai precedenti album è che la qualità delle composizioni è particolarmente memorabile, facendo sì che il disco si contenda con il loro esordio la palma di più rappresentativo della gloriosa storia del complesso.
L'album si apre con "Fibonacci's Number", un gran pezzo jazz rock e l'unico strumentale del disco, che vede Quincy e Morrissey in primo piano con fenomenali assolo di flauto e sax. "Forgotten Roads" è il primo pezzo cantate che esibisce invece le coordinate più rock del quartetto e uno strepitoso Smith alla chitarra, come per iniziare già dalle prime tracce a mostrarci l'ampiezza delle oscillazioni stilistiche del settetto.
Il lato A, tutto composto da Dave Quincy, si completa con la ballata jazz pop "Sweet January" e l'incalzante "Child of Storm", un rocker nella vena di Colosseum e Chicago.
Il lato B vede impegnati come compositori gli altri membri del quartetto: il chitarrista Terry Smith e il cantante Hodkinson compongono la scanzonata "Seldom Seen Sam", mentre Dick Morrissey firma l'inquietante "Upstairs" per le liriche della moglie Birgitta.
Infine, il tastierista Johnny Mealing firma le bellissime "Far Beyond", dalle influenze folk e che ricorda certi epos alla Gentle Giant, e "Here comes Mr. Time", la meraviglia che conclude il disco e che rappresenta l'ennesimo palcoscenico per le qualità chitarristiche di Terry Smith, che qui mette in mostre le influenze di Wes Montgomery sul suo stile.
Come già detto, "If 3" non è il più innovativo degli album del jazz rock progressive fiatistico in voga in quegli anni, ma ne è sicuramente uno dei migliori esempi per il tasso tecnico strepitoso dei musicisti, la freschezza armonica delle composizioni e la capacità di danzare sul filo del jazz e del progressive rock con eguali percentuali di energia e raffinatezza.
- Prog Fox
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