Nel luglio e nell'agosto di quarant'anni fa veniva inciso "Sueños en Metal", secondo album dei prog rocker messicani Chac Mool, fra i primissimi interpreti della scuola progressive mesoamericana.
(disco completo qui: https://tinyurl.com/3veswbbr)
Dopo i buoni risultati del disco d'esordio "Nadie en especial", i messicani Chac Mool, fondati nel 1979, proseguono nel loro tentativo di importare il progressive rock in Messico con un altro disco assolutamente di spessore. Il gruppo era costituito dal cantante Mauricio Bilietto, dal chitarrista e flautista Jorge Reyes, etnomusicologo esperto di strumenti precolombiani, dal tastierista Carlos Alvarado, dal bassista Armando Suarez e dal batterista Carlos Castro.
Le nuove tendenze del rock internazionale (leggi: la new wave e il synth pop) sembrano inizialmente avere una influenza anche sul suono dei Chac Mool, se consideriamo il brano di apertura "Paranoia"; ma in realtà si tratta solo di un esempio isolato, visto che il resto dell'album è dedicato in gran parte a un progressive rock che, come molti dei dischi di prog latinoamericano, vede le sue maggiori affinità con i gruppi prog mediterranei (Banco, PFM, Asia Minor).
Il fatto che il prog messicano sia ancora acerbo rispetto ad aree come Cile e Argentina è evidente in una minore originalità generale, con prestiti più significativi da Jethro Tull e Camel in particolare (mentre nel primo disco i principali ispiratori erano i Pink Floyd). Ian Anderson è sicuramente una fonte di ispirazione per il flautista Reyes (si ascoltino i suoi assoli in "Kandahar" e nella valida "Qué buena razón", che gode anche di arrangiamenti che ricordano quelli di David Palmer proprio sui primi dischi dei Tull).
Agli estremi opposti del disco troviamo "Brillo de Luna", pezzo superfluo la cui strofa è un plagio spudorato di "Moonchild" dei King Crimson; e "Libertad", il pezzo più grintoso ed energico del disco, e anche uno dei più riusciti, maggiormente imparentato, visto l'uso delle tastiere e delle chitarre, con il neo prog dei primi anni ottanta.
Analogamente ai gruppi prog mediterranei e sudamericani, anche i Chac Mool utilizzano elementi del folklore musicale della propria terra per rendere il suono più ricco e personale; i risultati sono eccellenti in particolare nella magnum opus del disco, i nove minuti eccezionali di "Sombras de la noche" che concludono l'album in modo superiore, anche grazie a un suggestivo arrangiamento orchestrale e alla convinta, partecipata prova vocale di Bieletto.
Sebbene album e gruppo siano figli delle difficoltà nell'importare e diffondere la musica rock in Messico durante gli anni settanta e ottanta, "Sueños en Metal" rappresenta un valido contributo al progressive rock internazionale. Il gruppo proseguirà in questa direzione col successivo "Cintas en Directos" del 1982.
- Prog Fox
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