Cinquant'anni fa usciva "Welcome to the Canteen", album dei Traffic costituito da brani incisi in due differenti concerti, il 6 giugno a Croydon e il 3 luglio del 1971 a Londra. La formazione di "John Barleycorn" (Steve Winwood, voce & organo; Jim Capaldi, voce & batteria; Chris Wood, sax & flauto) reclutava il percussionista Reebop, il bassista Rick Grech, il batterista Jim Gordon e richiamava il vecchio compagno Dave Mason alla chitarra per dilatare i propri brani in jam devastanti e sfruttarne al massimo il potenziale psichedelico e jazz rock progressive. Questa formazione durò solo la bellezza di sei date, prima che il capriccioso Winwood decidesse di ripartire ancora una volta da zero.
(disco completo qui: https://tinyurl.com/7pdredc)
Dopo avere riformato i Traffic e avere inciso "John Barleycorn must die", l'irrequieto Steve Winwood decide che il terzetto formato da lui (organo, chitarra, voce), Jim Capaldi (batteria, voce) e Chris Wood (sax, flauto, organo) necessita di un rinforzino. Avendo già chiuso due volte i rapporti col chitarrista dei Traffic Dave Mason, stavolta si punta su un bassista, Ric Grech, ex-Family ed ex-Blind Faith, dove suonava appunto con Winwood.
Nel 1971 Winwood decide di espandere ancora le dimensioni del gruppo per dare maggiore spazio agli strumenti e avvicinarsi a un suono più simile a quello di certe jam band americane o a gruppi di improvvisatori psichedelici e progressivi britannici. Per fare ciò triplica i percussionisti, aggiungendo l'americano Jim Gordon (ex-Derek and the Dominoes) e il ghanese Reebop Kwaku Baah alla formazione, per poi richiamare per la terza volta proprio Dave Mason alle chitarre.
L'esperimento dura la bellezza di sei date, due delle quali, il 6 giugno e il 3 luglio del 1971, vengono registrate per ricavarne un singolo disco dal vivo; dopodiché, Winwood rifiuta un tour americano, licenzia Dave Mason, e porta il sestetto in studio per incidere "The Low Spark of High Heeled Boys".
Nel frattempo, esce "Welcome to the Canteen", che contiene sei delle tracce incise nei due concerti sopra citati. Il disco viene chiaramente diviso in una facciata A formata da quattro canzoni, due provenienti dal repertorio dei Traffic prima maniera e due provenienti dalla discografia solista di Dave Mason; e in una facciata B costituita da due lunghe jam di dieci minuti.
"Medicated Goo", tratta dal primo album dei Traffic, posta a inizio album, gioca il ruolo di introduzione al complesso, ponendo l'enfasi sulla doppia voce solista di Winwood e Capaldi e sul potente impianto ritmico. "Sad and Deep as You" è una ballata di Dave Mason per chitarra, flauto e percussioni, non troppo valorizzata dall'ambiente dal vivo.
Dopo due pezzi non deludenti ma nemmeno entusiasmanti, si entra nel vivo del discorso con la strepitosa versione di "40'000 Headmen" (dal secondo disco dei Traffic) e l'altrettanto valida "Shouldn't Have Took More Than You Gave" di Mason, canzoni rese in versioni incandescenti che trascendono i loro equivalenti in studio.
Lo stesso dualismo emerge nel lato B fra le due lunghe improvvisazioni che lo costituiscono: "Gimme some lovin" è resa in modo discreto, nonostante qualche sfasamento fra la chitarra di Mason e l'organo di Winwood, ma a brillare è soprattutto "Dear Mr Fantasy".
Tutto considerato, "Welcome to the Canteen" funziona bene sia come disco dal vivo che come disco di transizione alla nuova e conclusiva fase della carriera del gruppo (1971-1974). Resta una mezza delusione più che altro per la breve durata - una formazione così incendiaria nel contesto live dei primi anni settanta avrebbe meritato sicuramente un doppio LP.
- Prog Fox
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