Usciva il 4 luglio di cinquant'anni fa "Santana III", l'album che concludeva la loro trilogia rock prima della conversione musicale al jazz rock e alla fusion con il successivo "Caravanserai". "Santana III" è un altro classico del gruppo, tra suggestioni latine e incendiari passaggi rock favoriti dall'aggiunta alla formazione del chitarrista prodigio Neal Schon.
(disco completo qui --> https://tinyurl.com/2mk63fm2)
Dopo il successo dei loro primi due album, per il loro terzo album i Santana aggiungono alla formazione il giovanissimo chitarrista Neal Schon, appena diciassettenne, che si spartisce con Carlos gli assoli del nuovo album. Completano la formazione il bassista David Brown, il cantante-tastierista Gregg Rolie, il batterista Michael Shrieve e i percussionisti Josè Areas e Mike Carabello - membro non ufficiale accreditato su tutti i brani è il percussionista Coke Escovedo.
La direzione musicale del gruppo rimane tendenzialmente quella dei primi due dischi, ovvero un rock infuso di psichedelia, percussioni latine e cover di classici latinoamericani, come "No one to depend on" (riscrittura di un pezzo di Willie Bobo) e la conclusiva "Para los rumberos" di Tito Puente. Nello stesso stile troviamo "Guajira", scritta dal bassista Brown con Rico Reyes, che canta anche il brano, colorato dal pianoforte ispirato di Mario Ochoa.
Strepitosi i pezzi rock come la minacciosa, psichedelica "Taboo", caratterizzata da un fantastico crescendo, e l'infuocato strumentale "Toussaint l'Overture", forse la cosa migliore del disco, oltre alla scanzonata, solare "Everything is coming our way", deliziosa fuga semiacustica in cui Rolie brilla al falsetto. Oltre ai due chitarristi, l'organo hammond del cantante è sempre centrale nell'ampliare la gamma di suoni a disposizione del gruppo e a fornire fughe in direzioni alternative.
"Everybody's Everything" è il pezzo più soul/r&b del disco e vede partecipare la sezione fiati dei Tower of Power, mentre "Jungle Strut" è una frenetica versione del classico del 1969 del jazzista soul Gene Ammons, con soli e duetti delle chitarre soliste e il sempre ficcante organo di Rolie sullo sfondo.
Pur rimanendo un ottimo disco, nel complesso "Santana III" non lascia il segno come i primi due album semplicemente perché tende a essere una summa del suono del gruppo senza proporre elementi significativamente nuovi. È forse per questo che, nonostante un altro grande risultato commerciale, è l'ultimo disco in cui compaiono tutti i membri della formazione classica: nonostante i trionfi, infatti, l'atmosfera nel gruppo non è serena, e uno dopo l'altro se ne vanno Brown e Carabello, prima delle registrazioni del nuovo album del nuovo corso, più jazz e fusion: "Caravanserai".
- Prog Fox
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