Vengono completate nel mese di luglio di cinquant'anni fa le incisioni di "To the highest bidder", secondo album dei Supersister e capolavoro assoluto del progressive rock olandese.
(disco completo più due singoli completi qui: https://tinyurl.com/azvs8c73)
Dopo l'esordio entusiasmante di "Present from Nancy" dell'anno precedente, gli olandesi Supersister tornano in studio nell'estate del 1971 per dare un degno seguito al loro primo disco. Il quartetto resta quello che vede Robert Jan Stips alle tastiere e alla voce, Sacha van Geest al flauto e alla voce, Ron Van Eck al basso e Marco Vrolijk alla batteria.
Come per l'album precedente, le coordinate di riferimento sono in primis i gruppi inglesi della Scuola di Canterbury, anche se il focus si è spostato dagli Egg (il cui tastierista Dave Stewart nel primo disco influenzava moltissimo lo stile di Robert Jan Stips) a Caravan e Soft Machine, prendendo però anche una strada più personale.
Echi degli Egg e del primo album rimangono nelle sequenze di apertura di "A Girl Named You", i cui dieci minuti si evolvono però lungo coordinate che incorporano numerose influenze, prima fra tutte quella dell'organista dei Soft Machine Mike Ratledge. Il flauto di Sacha funge da fondamentale accompagnamento, prediligendo sequenze pastorali e classicheggianti piuttosto che gli assoli jazz blues alla Ian Anderson o alla Dick Morrissey/Dave Quincy. Il finale del brano ci porta nel mondo canterburyano di Robert Wyatt e delle sue stralunate melodie sognanti.
"No tree will grow on too high a mountain", vertice assoluto dell'album, è un altro pezzo di decisa lunghezza (oltre sette minuti) capace di variare notevolmente da una sequenza iniziale fatta di droni misticheggianti a una ballata pianistica di grande suggestione, anche grazie a un inquietante coro femminile e al finale che esplode in una scatenata fuga tipica del loro stile, che pare influenzato anche dalla musica barrelhouse e dalla musica da circo.
Il lato B è in gran parte occupato dalla maestosa "Energy (Out of Future"), nella quale ancora una volta emergono le influenze della musica bandistica e degli Egg, sebbene le parti cantate ricordino un altro protagonista della scena di Canterbury, ovvero Kevin Ayers. L'assolo di fuzz organ che introduce la seconda metà del brano ci porta nuovamente in territorio Mike Ratledge/Dave Stewart. L'originale approccio di Van Geest al flauto contribuisce al successo della suite.
Conclude l'album la breve, romantica "Higher", deliziosamente arrangiata dal quartetto, capace di destinare la giusta vetrina agli strumenti anche in una canzone che non mette in primo piano il virtuosismo.
Molto meno noti rispetto a Focus e Kayak, i Supersister pagano il fatto di essersi sciolti relativamente presto rispetto alle due formazioni più famose del rock progressivo olandese. Imperdonabile sarebbe però, per gli amanti del prog, non possedere una copia di "To the highest bidder", che resta uno dei dischi migliori del genere realizzati nei Paesi Bassi.
- Prog Fox
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