Usciva nel luglio di quarant'anni fa "The Only Fun in Town", unico album degli scozzesi Josef K, nome ispirato al protagonista de "Il Processo" di Kafka. Superbo disco di post punk intellettuale e cupo, capace di dirigersi verso ritmiche più funk come i Pop Group quanto di indulgere in esercizi di automutilazione come i Joy Division.
(disco completo qui: https://tinyurl.com/pn9jnzkm)
I Josef K si formano nel 1979 a Edimburgo su iniziativa del cantante e chitarrista Paul Haig. Alcuni aggiustamenti nella formazione portano al quartetto definitivo, completato dal chitarrista Malcolm Ross, dal bassista David Weddell e dal batterista Ronnie Torrance. I Josef K entrano a fare parte della Postcard Records, per la quale pubblicano l'unico album mai edito dalla piccola casa discografica, inciso a Bruxelles nei primi mesi del 1981 dopo un precedente album di dieci tracce mai pubblicato perché ritenuto insoddisfacente per il suono troppo ripulito.
Il disco si apre con "Fun'n'frenzy", di fatto manifesto ideologico del gruppo e di quel tipo di musica che comprende a fianco dei Josef K anche i compagni di scuderia Orange Juice: brani di tre minuti fatti di frenesia e funk, più che fun, dato che di divertimento, in realtà, ce n'è molto poco. Il tono dell'album infatti segue più quello dei racconti di Kafka che non del funk o dell'r&b. A ogni modo, quello che i Josef K ci vogliono dire è che se anche la struttura formale dei brani è quella del rock'n'roll o del funky, le melodie e le armonie sono totalmente post punk, ispirate a Joy Division e New Order.
Il loro è un modo di avvicinarsi a forme di fusione fra funk e post punk alternativo a quella perseguita qualche centinaio di km più a sud dal Pop Group. I Josef K, infatti, per quanto spigolosi e geometrici nell'interazione fra le due chitarre, sono molto meno sperimentali, e sono anche più intellettuali e meno politicizzati.
Dopo "Fun'n'frenzy", "Revelation" prosegue l'imitazione dei New Order grazie a una figura percussiva scatenata che trasforma l'ispirazione in sublimazione - mai la band di Manchester aveva raggiunto tali livelli di parossismo ritmico; mentre "Crazy to Exist" apre per la prima volta a squarci melodici nei ritornelli, fornendo una necessaria e benvenuta variabilità alla struttura delle canzoni. Variabilità che viene messa a frutto sul lento "It's kinda funny", intima e riflessiva ballata in cui emergono anche le influenze jingle-jangle delle chitarre e che potrebbe essere inclusa fra le anticipatrici del suono degli Smiths, benché di stile ben più lunatico e affilato rispetto a Morrissey e soci.
Altro pezzo fantastico è "Heart of Song", che questa volta alterna un sarcastico funk dai tempi medi a un malinconico, innodico ritornello. Conclude l'album il capolavoro "Sorry for Laughing", chitarra funky sgrammaticata, basso pulsante e batteria dalla dinamica impeccabile che si aprono in un delizioso ritornello a due voci.
Disco misconosciuto di una delle migliori formazioni post punk scozzesi, "The Only Fun in Town" è un disco consigliato a tutti gli amanti di questo genere di musica e di quegli anni. Il gruppo, sentendosi condannato all'insuccesso, si scioglie nel 1982.
- Prog Fox
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