martedì 13 luglio 2021

Jack Bruce: "Harmony Row" (1971)

Usciva nel luglio di cinquant'anni fa "Harmony Row", terzo, eccellente album solista di Jack Bruce, ex-cantante e bassista dei Cream. Con lui l'amico poeta Pete Brown ai testi, il chitarrista Chris Spedding e il batterista John Marshall (entrambi ex-Nucleus, il secondo anche futuro Soft Machine).



(disco rimasterizzato con tracce bonus: https://tinyurl.com/smbt7j7f)

Nel gennaio del 1971, un uomo si infila in studio di registrazione per incidere una dozzina di canzoni che ha composto tutte nell'arco di una giornata, passata seduto al pianoforte a ricordare il suo quartiere proletario di Glasgow.

L'uomo si chiama Jack Bruce, è un musicista scozzese di 27 anni e qualche anno prima era assurto a fama mondiale come bassista e principale cantante di quello che è forse il primo power trio della storia, ovvero i Cream - assieme al batterista Ginger Baker e al chitarrista Eric Clapton.

La sua carriera solista non ha decollato particolarmente, né con il jazz di "Things that we like" né con il disomogeneo quanto intrigante "Songs for a tailor". Le cose non cambieranno con "Harmony Row", inciso nella seconda metà di gennaio a Londra con l'aiuto degli amici Chris Spedding alla chitarra e John Marshall alla batteria, e questo nonostante il fatto che il disco sia probabilmente la miglior collezione di canzoni prodotta da Bruce nell'arco di una carriera che durerà 52 anni. Collaborava ai testi, naturalmente, l'amico di sempre Pete Brown, con cui Bruce aveva scritto la maggior parte delle canzoni originali dei Cream.

"Harmony Row" è un album semplicemente superbo, di difficile catalogazione, dalle sonorità essenziali e ruvide che ne esaltano le sofisticazioni armoniche, gli accordi peculiari, le coloriture degli strumentisti.

La splendida "Escape to the Royal Wood (on Ice)" getta le basi del suono del disco, introducendo una chitarra elettrica dalla amplificazione molto leggera e limpida (simile a quella di Pye Hastings dei Caravan) che si lascia in secondo piano rispetto al pianoforte e al solito basso elettrico denso e tambureggiante di Bruce, il tutto al servizio di una canzone verbosa e letterata. Segue "You burned the tables on me", un ottimo brano di rock'n'roll accelerato che mette in risalto le ascendenze blues del bassista.

"Morning Story" è un riuscito, proteiforme brano che cambia melodia e arrangiamento di sezione in sezione, alternando organo, chitarra elettrica con un leggero wah-wah e pianoforte come mezzo portante per sorreggere il canto di Bruce. "Folk Song" è un'altra delle ballate per pianoforte e chitarra acustica che riescono così facili a Bruce, impreziosita da strepitose armonie vocali realizzate attraverso infinite sovraincisioni.

"Smiles and Grins" gioca invece la carta del rock psichedelico, prima attraverso un 7/4 di Marshall che pare quasi un raga e poi tramite una dissonante figura di organo che ricorda certi brani di Emerson, Lake & Palmer. Forse il pezzo meno interessante perché Bruce sembra sforzarsi troppo di essere originale.

"Post War" e "Victoria Sage" rappresentano l'ennesima coppia di brani mostruosi, il primo un rock antimilitarista con uno splendido intreccio di chitarra elettrica e pianoforte, il secondo una sofferta, solenne elegia elevata dal timbro della voce di Bruce, che si destreggia e inerpica ora dolorosa ora appassionata lungo tutto il pezzo.

Il disco si chiude con la spagnoleggiante "The Consul at Sunset", altro pezzo originale e riuscito per quanto assolutamente sui generis.

"Harmony Row" è probabilmente il migliore album della carriera solista di Bruce, un vero capolavoro di cantautorato progressive rock con elementi folk, jazz e canterburyani, intenso, personale e per questo tanto affascinante quanto imperscrutabile - e di sicuro insuccesso.

Dopotutto, se qualcuno avesse voluto del cantautorato folk pop, poteva rivolgersi a Cat Stevens; per il prog imbevuto di folk e pianoforte c'erano già i Jethro Tull; per del Canterbury Sound melodico i Caravan e per quello jazz rock i Soft Machine. In più, dopo i due dischi precedenti, nessuno di coloro che voleva del blues supersonico o del rock psichedelico credeva, giustamente, che Jack avrebbe soddisfatto i suoi desideri.

Per questi ultimi, dopo il prevedibile fallimento dell'album Bruce avrebbe formato un nuovo power trio, con 2/4 degli hard rocker americani Mountain, ovvero Leslie West alla chitarra e Corky Laing alla batteria.

- Prog Fox

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