venerdì 16 luglio 2021

Ivano Fossati: "Panama e dintorni" (1981)

Usciva il 16 luglio di quarant'anni fa "Panama e dintorni", sesto album solista del cantautore genovese Ivano Fossati e una delle migliori opere della sua carriera. Il disco proseguiva nel solco rock che caratterizzava anche gli altrettanto eccellenti "la casa del serpente" e "la mia banda suona il rock".



(disco completo qui: https://tinyurl.com/m5mbr3fs)

A due anni di distanza dal successo commerciale di "la mia banda suona il rock", Ivano Fossati torna sulle scene con un disco che è la logica continuazione di quel discorso musicale.

"Panama e dintorni", realizzato ancora una volta con una band composta di musicisti americani (Steve Andrew Love alle chitarre, Steve Robbins alle tastiere, Francisco Centeno al basso, Leo Adamian alla batteria; tutti sessionmen nel giro r&b/funky con Phyllis Hyman, Irene Cara ecc.), il disco batte sullo stile di cantautorato rock italiano rinforzato da prestiti soul, r&b e reggae che caratterizza questa fase centrale della carriera del nostro, già dai tempi de "la casa del serpente" (1977).

Forse nel complesso un poco inferiore ai due dischi che lo precedono, "Panama e dintorni" contiene comunque robuste dosi di buona scrittura: il brano che da il titolo al disco e che è posto in apertura mette già in primo piano le ottime doti degli strumentisti, impegnati in un reggae rock sarcastico che enfatizza le liriche di Fossati, che descrive le tribolazioni del capitano di una nave da crociera che di nascosto fa anche contrabbando.

Il disco si divide fra brani più rock e brani più pensierosi. Tra quelli del primo gruppo spicca "la signora cantava il blues", altra storia di viaggio surreale sorretta dal basso strepitoso di Centeno; e la passione di Fossati per il racconto sardonico prosegue in "J'adore Venise" e nella deliziosa "Questa guerra come va", con Antonio Marangolo ospite al sax.

Fra i brani più melodici, "Boxe" e "Stazione" sono quelli più riusciti: il primo è l'autobiografia di un pugile di quarta fila che ci rievoca lo "Sparring Partner" di Paolo Conte o il personggio di Bruce Willis in "Pulp Fiction", il secondo una malinconica storia post-apocalittica.

La più celebre delle canzoni di questo gruppo però è "la costruzione di un amore", canzone da pianoforte e quintetto d'archi costruita secondo un crescendo drammatico, forse anche troppo enfatica.

Il disco si chiude con "Se ti dicessi che ti amo", lento in cui emergono le influenze jazz di Fossati, illuminato da una splendida prova al pianoforte elettrico di Steve Robbins.

Buon album che conclude in un certo senso il discorso di rock cantautorale inaugurato quattro anni prima, "Panama e dintorni" rappresenta un altro ottimo lavoro che però, se confrontato alle sue opere precedenti, testimonia anche della necessità di un rinnovamento nello stile di Fossati che comincerà con "le città di frontiera" (1983) per poi concretizzarsi compiutamente con "ventilazione" (1984).

- Prog Fox

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