giovedì 17 giugno 2021

Symphony X: "Iconoclast" (2011)

17 Giugno anno 2011, esce "Iconoclast" dei progmetaller americani Symphony-X, album da studio numero otto che va a coronare una carriera più che illustre.



(disco completo qui: https://tinyurl.com/hfcmmacj)

Cinque anni sono passati dal precedente "Paradise Lost", ovvero uno dei lavori più apprezzati in assoluto del quintetto del New Jersey, anni in cui il gruppo non è rimasto a tirarsi l’uccel…i pollici, ma (oltre a sbattersi in lunghi tour comprensivi di 150 date circa complessivamente) ha dato vita a un seguito degno del predecessore, continuando il discorso della mutazione stilistica intrapresa in precedenza.

Non si può certo parlare di svolta, ma piuttosto di fase due della propria carriera, dove la componente power-prog viene ulteriormente limata in favore di soluzioni più vicine alle strutture heavy/speed/thrash degli anni 80 (Megadeth su tutti, ma prendendo qualche spunto anche da gruppi più misconosciuti quali gli Agent Steel), con distorsioni più pesanti e un tocco maggiore di groove, e meno orchestrazioni sinfoniche, comunque sempre presenti, ben marcate e funzionali ai brani. Gli estimatori dei funambolici virtuosismi d’ispirazione neoclassica non hanno da temere, su "Iconoclast" ne troveranno le medesime dosi massicce a cui il gruppo ci ha abituato.

Accantonata la mistica mitologia da poema epico che contraddistingueva l’aspetto lirico dei precedenti lavori, il concept di "Iconoclast" varia completamente tematiche, e concedendosi un’escursione su temi cari ai Fear Factory ci troviamo ad avere a che fare con distopie sci-fi dove la macchina ha acquistato quasi completamente il controllo sull’uomo. L’artwork a tema dell’album dal mood cyberpunk è stato realizzato da Warren Flanagan (il quale aveva già curato il precedente di "Paradise Lost"), noto illustratore e concept artist conosciuto per aver lavorato su molti progetti cinematografici fra cui l’adattamento sul grande schermo di "Watchmen" (oltre alle più recenti serie "Altered Carbon" e "Lost in Space", per restare in tema).

Scritto e prodotto dallo stesso chitarrista della band Michael Romeo, l’album presenta in apertura la sontuosa title-track con i suoi oltre dieci minuti di durata, manifesto di tutto il tecnicismo e ispirazione compositiva del gruppo, con ogni singolo membro impegnato a dare sfoggio della propria preparazione professionale, guidati dai due mattatori sempre sugli scudi Romeo e Russell Allen, il quale si conferma come uno dei migliori vocalist della scena, presente e passata.

Di altissimo livello troviamo pure le due composizioni seguenti, "The End of Innocence" e "Dehumanized", pezzi già presentati in sede live nel loro precedente tour invernale. Splendente perla dell’album è la conclusiva "When All Is Lost", paradigma della power-ballad progressiva, dal mood struggente e dal forte impatto emotivo, in cui trovano spazio nel break semi-finale una serie di assoli e virtuosismi (e che nella struttura ricorda una "Missing You" degli Ark).

Nel complesso, abbiamo a che fare con l’ennesimo grande album dei Symphony-X, anche se forse siamo una o due spanne sotto "Paradise Lost" complessivamente… in ogni caso, un must have per ogni estimatore del gruppo.

- Supergiovane

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