Usciva il 10 aprile del 1981 "Alice", quarto album della cantautrice dallo stesso nome, pseudonimo della forlivese Carla Bissi, una delle più importante e dotate artiste della sua generazione e non solo. Per il suo secondo album in collaborazione con Franco Battiato, Giusto Pio e il loro team guidato da Alberto Radius e Angelo Carrara, Alice aggiunge a una strepitosa collezione di brani la canzone fresca vincitrice di Sanremo, "Per Elisa".
(il disco completo si può ascoltare qui: https://tinyurl.com/yzab4wsy)
Nel 1979 il cantautore Franco Battiato fa il suo 'ritorno' alla musica pop rock con "l'era del cinghiale bianco", prodotto da Angelo Carrara, inciso presso lo studio del chitarrista Alberto Radius (ex-Formula 3) e arrangiato assieme al violinista Giusto Pio. Una delle formule più vincenti del rock cantautorale italiano nasce così, dal sodalizio di queste persone e dal loro incontro con due giovani cantautrici in cerca di fortuna, Carla Bissi (in arte Alice) e Giuni Russo.
Lungi dall'essere mere 'scoperte' o 'creature' di Battiato/Pio, Alice e Giuni influenzeranno a loro volta lo stile musicale di Franco Battiato in quegli anni, in una collaborazione e compenetrazione artistica davvero straordinaria. Alice in particolare lavorerà con il team Carrara/Battiato/Pio/Radius fino al 1985, prima che Battiato e Alice non decidano di allontanarsi, in cerca di nuove traiettorie personali, dallo stile più eminentemente synth pop/rock post-pinkfloydiano (evidenti in loro in questi anni le influenze del progressive britannico disceso dalle scelte sonore dei Pink Floyd di "Dark Side of the Moon"). La stima reciproca e l'amicizia rimarranno immutate, e i due si ritroveranno ancora, l'ultima volta in un fortunatissimo tour italiano in coppia nel 2015 e 2016.
Dopo che Battiato, Pio, Carrara e Radius hanno lavorato a "l'era del cinghiale bianco" arriva "Capo Nord", primo disco del nuovo corso di Alice, nel 1980, dopo il quale Battiato incide "Patriots" e poi torna a lavorare con la cantante forlivese per il suo disco omonimo, il quarto della sua discografia. Oltre al quintetto succitato troviamo altri musicisti italiani di altissimo livello come il bassista Paolo Donnarumma, i batteristi Walter Calloni e Flaviano Cuffari, e il tastierista Filippo Destrieri, ai quali si aggiungono il sax di Hugo Heredia, l'oboe di Franco Tangari, il clarino di Salvatore Giumeno. Il disco è, con "Capo Nord", il migliore del primo decennio di carriera di Alice e uno dei suoi migliori in assoluto.
In apertura di disco Alice mette "Per Elisa", forse la sua composizione più famosa, vincitrice di Sanremo 1981. Scritta proprio con Battiato e Pio, la canzone è un capolavoro che lascia esterrefatti: un gorgheggio iniziale prelude a un 4/4 statico sul quale danza la chitarra elettrica di Radius, rimpiazzata per l'inciso da un sintetizzatore robotico. Il brano cambia ripetutamente, passando poi a due versi di folk guidato dalla chitarra acustica e poi a una ordalia prog di tastiere e chitarre. Su tutto la voce potente di Alice, capace di passare da un timbro più scuro e basso a uno più squillante e argentino, mentre descrive un uomo (forse il suo uomo?) rovinato da una infatuazione autodistruttiva per una donna non particolarmente meritevole. Al termine del secondo ritornello il brano si sposta su un riff di tastiera che sfocia poi in una magistrale coda su cui si librano i lai della cantautrice, forse preoccupata per l'amico, forse accecata dalla gelosia.
Oltre a "Per Elisa", "Alice" contiene almeno altri tre capolavori: "A te" è una emozionante canzone di amore totale e totalizzante, l'unica canzone d'amore (positivo) del disco, in netta contrapposizione ai sottointesi brucianti di "Per Elisa", illuminata dall'oboe meraviglioso di Tangari e da un eccezionale assolo di Radius, prima di chiudersi sul vibrato incredibile di Alice stessa; "Una notte speciale" (con la strepitosa Paola Orlandi ai cori) rappresenta forse il momento emotivamente più forte del disco, con Alice che fa proprie le descrizioni tipicamente 'alla Battiato' di scene collocate nell'immaginario esotico e fantastico del Medio Oriente o dell'Asia Centrale del cantautore siciliano, fra una strofa intrisa di distaccata solennità e un ritornello che si libra lirico e commovente sugli ostinati di tastiera di Destrieri; infine, conclude il disco "Tramonto Urbano", in cui Alice ci da una ennesima interpretazione vocale appassionata, e qui anche carica di un filo di rabbia, mentre Radius e Donnarumma colorano con chitarra e basso un rock che riesce a emergere energico e intenso in contrasto sublime con il tocco leggero della produzione delle musiche.
Indubbiamente interessanti anche le altre composizioni, non certo meri riempitivi, quantunque non a livello delle canzoni più potenti del disco, che ci mostrano una Alice più nevrotica e dissacrante, come la sarcastica "Momenti d'Ozio", forse la migliore fra queste, gli appelli accorati di "Non devi aver paura" e "Non ti confondere amico" (con un'altra prova magistrale di Radius alle chitarre in coda al brano), e le perplessità e inquietudini esistenziali di "Senza cornice".
Prodotto di una artista in un incredibile stato di grazia circondata da altri artisti impegnati in una delle più floride e attive fasi delle loro carriere, "Alice" è un disco imprescindibile per gli amanti della musica italiana al femminile - e anche, assolutamente, per tutti coloro che idolatrano Franco Battiato, visto il suo ruolo nella carriera di Alice e in questo disco. Ma non va mai dimenticato che Carla Bissi alias Alice firma tutti e otto i brani, e che quella espressa nel disco resta, in ultima analisi, la sua limpida visione musicale.
- Prog Fox
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