Dieci anni fa oggi veniva pubblicato "Nine types of light", quarto album dei TV On The Radio e ultimo con il bassista Gerard Smith, morto il 20 aprile, nove giorni dopo l'uscita del disco, di tumore ai polmoni. Il disco non arrivava ai livelli superbi del precedente "Dear Science" del 2008, ma rimane un risultato notevole di uno dei gruppi più interessanti dell'ondata indie degli anni zero.
(il disco completo qui: https://tinyurl.com/u2n53ftb)
Conferma, mezza delusione o delusione? Non è facilissimo giudicare questa prova dei Tv on the Radio, completata e pubblicata poco prima della scomparsa, per un tumore ai polmoni, del bassista Gerard Smith. Non è facilissimo perché a un primo ascolto il disco sembra una collezione di outtakes del precedente “Dear Science” del 2008; poi però ci si rende conto che non si tratta di un disco puramente statico – una progressione nel suono della band è evidente. Ci sono ancora più R&B, loop (oppure un uso degli strumenti atto a simularli), e meno rock; c’è una energia diversa, sempre oscura, nonostante il titolo, ma molto calda, e che sembra molto più figlia del dancefloor di un locale alternativo che di una jam o del lavoro di una band di noti certosini da studio.
Il lavoro appare molto corale, molto collettivo – sarà anche per questo che nel libretto non ci sono accrediti compositivi, che i cinque membri della band hanno un elenco interminabile di strumenti che hanno suonato, che non c’è una lista di chi abbia suonato cosa nei pezzi. Certo sarebbe stato gentile accludere i testi, invece.
Ma parlando della musica? Inquietantemente, il disco sembra un po’ la versione indie di “Notorius” dei Duran Duran. Influenze soul, funky, R&B, una chiara attenzione al sincopato e al ritmico che è molto accentuata rispetto ai due lavori precedenti. Non ne risente la poesia: “Second Song”, il brano iniziale, si apre con una immensa dolcezza e la voce sussurrata e ispirata di Tunde Adebimpe, che evoca una ritrovata pace spirituale, per poi buttarsi su un ritmo funky condotto da un falsetto quasi alla Prince. La capacità di mescolare con efficacia queste due antitetiche inclinazioni rende il brano uno dei migliori del disco, nel quale un altro efficace esempio di questa tendenza è “Keep your heart” – se nella canzone precedente i due aspetti erano contrapposti tra strofa e ritornello, qui appaiono insieme, in un miscuglio indistinto – però è forse anche il brano che ricorda di più certe idee già sviluppate su “Dear Science”.
Il resto del disco prosegue su un livello di interesse abbastanza buono (anche se il finale di “Repetition”, un’ossessiva ripetizione delle parole “my repetition is this”, fa venire voglia di togliere il cd): spiccano nel prosieguo “No future shock”, che sfrutta l’aggressività potenziale della band in un contesto dance molto lontano dal rock in cui uno si aspetterebbe di vederla riversare, “Killer Crane”, uno dei momenti più toccanti (la “Family Tree” dell’album, per intenderci) e la conclusiva “Caffeine Consciousness”, che suona come “Tunde Adebimpe meets Peter Gabriel”; ma mancano sia il brano da memorizzazione immediata (non una grave colpa, intendiamoci) sia la ricerca e l’evoluzione sonora che aveva caratterizzato ogni passaggio da un disco all’altro in precedenza (e qui già qualcosa di più glielo possiamo imputare).
L’impressione è che i TV on the Radio avessero ancora bisogno di meditare sulle possibili permutazioni delle sonorità utilizzate nel disco precedente, e che questo ne fosse il - nobilissimo ma non certo innovativo - risultato.
- Prog Fox
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ARTISTI IN ORDINE ALFABETICO: # -- A -- B -- C -- D -- E -- F -- G -- H -- I -- J -- K -- L -- M -- N -- ...
-
Nell'ottobre di quarant'anni fa viene pubblicato "Robinson - come salvarsi la vita", nono album del cantautore milanese ...
-
Il 23 gennaio del 1967 esce "Jacques Brel 67", il nono album del cantautore belga Jacques Brel. Brel entra nello studio Barclay di...
Nessun commento:
Posta un commento