martedì 16 marzo 2021

Protest the Hero: "Scurrilous" (2011)

Dieci anni fa oggi esce "Scurrilous", terzo album dei metallari canadesi Protest The Hero. Dopo il felice "Fortress", grazie al quale ampliarono il loro pubblico e furono celebrati dalla critica, tornano all'assalto con una miscela di hardcore e progressive metal di alto livello qualitativo, anche se forse più ostico per i non iniziati dei lavori precedenti.



(il disco completo qui: https://tinyurl.com/yjeb46xuz)

16 Marzo 2011, i Protest the Hero pubblicano "Scurrilous", loro terzo lavoro, a tre anni di distanza dal fortunato "Fortress", album che fece incetta di recensioni positive e ottimi feedback da parte del proprio pubblico, moltiplicatosi esponenzialmente, il tutto grazie alla loro personale ed esplosiva miscela di hardcore e progressive (con tanti altri ingredienti buttati nel mezzo).

Pareva quindi legittimo aspettarsi un lavoro che si attestasse sullo stesso livello qualitativo. Avete presente quei gruppi metal, reduci da un successo di vendite, che poi decidono programmaticamente di evolversi verso sonorità più accessibili e ordinarie, snellendo e alleggerendo il proprio sound, e cercando di adottare una “forma canzone” più canonica nella stesura dei propri pezzi? Ecco, i Protest the Hero non rientrano per nulla in questa categoria.

Scurrilous segue esattamente la direzione compositiva cominciata con l’esordio "Kezia" e poi consolidata e perfezionata con "Fortress". Anche in questo caso abbiamo a che fare con un album di altissimo livello, solido e compatto, privo di filler e riempitivi.

La lineup originale resta invariata, guidata dai due mattatori del gruppo, il cantante Roddy Walker e il funambolico chitarrista Luke Hoskin, accompagnati da Tim Millar alla seconda chitarra, da Arif Mirabdolbaghi al basso e Moe Carlson alla batteria (per lui sarà l’ultimo album con la band).

Il quintetto canadese mette subito in chiaro di non aver intenzione di semplificare la struttura ritmica dei propri pezzi, assemblata con numerosissimi, vorticosi riff poliritmici incastrati fra loro di livello tecnico estremamente elevato, scanditi da un numero imprecisato di continui breakdown e cambi tempo. Rispetto a Fortress, possiamo rimproverargli di aver reso "Scurrilous" forse un tantino più omogeneo e un po’ meno versatile nelle soluzioni compositive.

L’album fu presentato con l’opener "C’est la Vie", primo singolo lanciato un mese prima dell’uscita ufficiale sul mercato, e può annoverare dieci pezzi complessivi spalmati su tre quarti d’ora di durata. Su tutte, spiccano anche la fenomenale "Hair-Trigger", la conclusiva "Sex Tapes", diventata un cavallo di battaglia del gruppo e tutt’ora immancabile nelle scalette live, e la pirotecnica "Termites".

Come outsider, ci sentiamo in dovere di segnalare "Tapestry", pezzo d’alta scuola in cui il gruppo mette maggiormente in risalto la propria verve melodica, così come nel disco precedente la potevamo riscontrare in Palms Read, altra grande perla trascurata del gruppo.

"Scurrilous" è l’ennesimo must-have per chi già ha confidenza con il gruppo, mentre per chi si vuole approcciare per la prima a volta a loro potrebbe risultare il lavoro più ostico da digerire. In ogni caso, si tratta di un altro importante tassello che compone la discografia di altissimo livello dei Protest the Hero.

- Supergiovane

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