Cinquant'anni fa usciva "Tapestry", secondo album della cantante, pianista e compositrice americana Carole King. Qualche fonte dice che la data fosse il 6 febbraio, altre che fosse il 10 febbraio, altre ancora marzo: quel che conta è che l'esordio di questa autrice, già nel business con l'ormai ex-marito Gerry Goffin da quasi un decennio, è un capolavoro del cantautorato americano al femminile e il disco che la lancia nell'Olimpo delle rockstar.
(il disco completo qui: tinyurl.com/4596ehu7)
Quando realizza "Tapestry", il suo secondo album solista, la compositrice statunitense Carole King è già una veterana del music business. Da oltre un decennio, Carol Klein, classe 1942, ebrea di Brooklyn, scrive canzoni, inizialmente come una delle autrici di maggior successo del Brill Building di New York, l'edificio al centro della musica pop americana dagli anni Quaranta agli anni Sessanta, dove innumerevoli autori indipendenti scrivevano canzoni su canzoni nella speranza che i crooner, gli interpreti e le pop star di oggi e di domani incidessero le loro canzoni e le portassero in cima alle classifiche.
Carole e il marito Gerry Goffin lavorano dal 1958 al 1969 come autori per altri: vanno in cima alle classifiche tra l'altro con le Shirelles, Little Eva, Dusty Springfield e Aretha Franklin. Finalmente, dopo il divorzio con Goffin, alla King viene proposto di registrare un album con le sue canzoni - ne escono una dozzina di tracce, tra classici scritti da Goffin e King per altri e reinterpretati da Carole e nuove composizioni specifiche per "Tapestry". Il risultato è fenomenale.
Accompagnata solo dal proprio pianoforte oppure da una rock band al completo, Carole mette in mostra la qualità superba delle sue canzoni fin dall'inizio, da quella "I feel the earth move" che è diventata un classico del rock tutto, trainata dall'andamento locomotivesco della sezione ritmica di Joel O'Brien (batteria) e Charles Larkey (basso).
La King sa spaziare tra quel rock, tanto melodico quanto grintoso, e un soft rock di matrice più cantautorile ("So far away", "Home again"), controparte newyorkese del sound californiano di quegli anni. Resta poi memorabile il modo di cantare di Carole, vagamente nasale, che non esita a sforzarsi sulle note più alte quanto a spegnersi in un sussurro, anche nello stesso brano.
Tra gli altri brani entrati nella storia vanno menzionati almeno la dolente "It's too late"; la canzone sull'amicizia "You've got a friend", per pianoforte, chitarra acustica e quartetto d'archi (che troverà un successo enorme in una blanda reinterpretazione di James Taylor); e "A Natural Woman", originariamente scritta per Aretha Franklin, che l'aveva letta come un potente pezzo soul, mentre Carole ne fa un riflessivo pop rock da cantautori, più vicino a Paul Simon che a Laura Nyro.
"Tapestry" resta, giustamente, uno dei dischi di maggiore successo commerciale della storia del rock - in particolare, ma non solo, di una artista donna.
- Prog Fox
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