Compie oggi cinquant'anni "Twelve Dreams of Dr. Sardonicus", quarto album e quarta meraviglia del gruppo psichedelico americano degli Spirit. Ultimo album con la formazione originale, conclude una striscia di quattro dischi strepitosi che pongono gli Spirit come una delle più importanti band della psichedelia made in USA.
(il disco completo con quattro tracce bonus qui: https://tinyurl.com/y5rz2h8b)
Gli Spirit arrivano all'appuntamento con il quarto album dopo un esordio eccezionale ("Spirit"), un capolavoro della psichedelia americana ("The family that plays together") e un buon album di livello appena inferiore ("Clear"). Per quello che sarà l'ultimo disco della formazione originale (Randy 'California' Wolfe, voce e chitarre; il suo patrigno Ed Cassidy, batteria; Jay Ferguson, voce e tastiere; John Locke, tastiere; Mark Andes, basso), il gruppo prepara un vero, sublime canto del cigno. Gli Spirit continueranno ad esistere per gran parte degli anni settanta e oltre, ma pur sapendo creare altri dischi di buon livello, non raggiungeranno mai lo stato di grazia di questa era della band.
Per "Twelve Dreams of Dr. Sardonicus" le coordinate musicali del gruppo non cambiano: alla base abbiamo la stessa mistura magica del rock hendrixiano di California, delle influenze jazz di Cassidy e Locke, delle canzoni da cantautorato rock di Ferguson e dal solido basso in stile Wrecking Crew/sessionmen di Los Angeles di Andes. Ciò che caratterizza "Twelve Dreams" rispetto agli altri dischi è la scrittura impeccabile quanto quella di "the family that plays together", ma differenziata per il perfezionamento ormai maniacale delle armonie vocali e da una produzione che sa aggiornarsi al nuovo corso californiano degli anni settanta mantenendosi allo stesso tempo fedele alla tradizion sanguigna della psichedelia degli anni sessanta - cosa che presto non riuscirà più a molti artisti di quell'area musicale, finiti troppo presto nelle torbide secche del soft rock e dello yacht rock.
Ad aprire il disco c'è il corposo rock "Prelude - Nothin' to Hide": tra introduzione acustica, la dobro dell'ospite Matt Andes (fratello di Mark) e voci che si inseguono, si sovrappongono, si armonizzano, si contrastano, il brano in pochi minuti deborda in ogni direzione dandoci un assaggio di quello che sarà questo album strepitoso. "Nature's Way" è un folk rock dal crescendo altrettanto pazzesco che rivaleggia con i brani coetanei di Crobsy, Stills, Nash & Young;
I brani scritti da Jay Ferguson mostrano altrettanta varietà di quelli di California: la tanto scanzonata quanto irreprensibile "Animal Zoo", nella quale spicca la ritmica di Cassidy, si avvicina al country rock della west coast, mentre nel rhythm'n'blues "Mr. Skin" compaiono una sezione fiati e più di una strizzata d'occhio al funky di James Brown e Sly Stone; "When I touch you" è una prova vocale clamorosa di Ferguson, che qui da la sua versione dell'hard rock all'americana di Grand Funk Railroad e Steppenwolf. "Street Worm", infine, ospita un incendiario assolo di California, che mette in mostra le sue credenziali di allievo personale di Hendrix.
Locke da prova della sua padronanza dell'arte della composizione e dona a "Twelve Dreams..." momenti di piglio modernista, come il serialismo che introduce il visionario jazz rock progressive di "Space Child" o il vibrafono jazz e i sintetizzatori innovativi di "Love has found a way", la cui breve coda "Why can't I be free", malinconica e struggente, firmata da California, è forse il momento più commovente del disco.
La canzone più bella del disco e una delle contendenti a titolo di canzone più bella di tutta la carriera degli Spirit è però "Life has just begun". Caratterizzata da armonie vocali ancora una volta perfette, dedicata ai nativi americani secondo la filosofia di vita spirituale di Randy California, che lo porterà a trasferirsi alle Hawaii per perseguire una vita più vicina alla natura e soprattutto all'amato oceano (nel quale troverà una tragica morte nel 1997), la canzone è semplicemente troppo perfetta per essere descritta. Randy California si occupa anche di chiudere l'album prima con il frizzante rock'n'roll fiatistico "Morning will come" e infine nel tono elegiaco che è diventato firma della sua maturità compositiva con la soave, rassegnata "Soldier", che pone fine a un disco quasi perfetto, da lasciare l'ascoltatore senza parole.
Quando viene pubblicato, "Twelve Dreams..." ottiene il peggiore risultato commerciale del gruppo fino a quel punto. La dissonanza fra i risultati artistici e quelli di vendita lo mette talmente in crisi che gli Spirit si disintegrano: California litiga con Andes e Ferguson durante il tour del disco del 1971, e tutti e tre abbandonano Cassidy e Locke. I due rimasti proveranno a portare avanti la formazione, ma resisteranno un solo album prima di sciogliersi. Cassidy avrà maggior fortuna quando convincerà California a ricostituire il gruppo nel 1974. "Twelve Dreams...", alla lunga distanza, diverrà il disco più venduto degli Spirit, una vendetta postuma dell'album e dei musicisti che lo avevano meravigliosamente creato.
- Prog Fox
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