venerdì 2 ottobre 2020

Derek and the Dominoes: "Layla and other assorted love songs" (1970)

Venivano completate cinquant'anni fa oggi le registrazioni di "Layla and other assorted love songs", unico album in studio di Derek and the Dominoes, dove Derek era lo pseudonimo di Eric Clapton in quello che è stato senza alcun dubbio il disco più bello e importante di una lunghissima carriera solista. Fondamentale l'apporto di Duane Allman, chitarra e slide degli Allman Brothers Band. L'album venne pubblicato il successivo 9 novembre.



(si può ascoltare l'album completo qui --> https://tinyurl.com/y9lfcoym)

Desideroso di una fuga nell'anonimato dopo anni a essere indicato come 'dio della chitarra', scoperta la propria vena roots rock e soul/rhythm and blues frequentando i palchi come chitarrista di Delaney e Bonnie Bramlett, Clapton forma un quartetto con l'organista e cantante Bobby Whitlock, il bassista Carl Radle e il batterista Jim Gordon, tutti musicisti americani conosciuti grazie ai Bramlett. Per rodare le nuove canzoni e sfuggire alla fama, il gruppo suona in piccoli locali presentandosi col nome di Derek and the Dominoes.

Convinti dei propri mezzi, dopo avere terminato il proprio lavoro per il nuovo album di George Harrison, "All things must pass" (che uscirà il 27 novembre), i quattro partono per Miami, dove vogliono incidere il loro disco. Il lavoro viene distribuito su due LP, con una struttura abbastanza chiara: una cover per lato, il resto brani originali del complesso (perlopiù a firma Clapton-Whitlock), con l'unica eccezione della quarta e ultima facciata, alla quale si aggiunge una versione straziante della "Little Wing" di Jimi Hendrix, che voleva essere un omaggio ma che, vista la morte di Hendrix il 27 settembre, divenne una elegia funebre.

È proprio all'inizio delle registrazioni che Clapton e il suo gruppo vanno a vedere un concerto degli Allman Brothers Band: Clapton e il chitarrista Duane Allman sono ammiratori l'uno dell'altro ma non hanno mai avuto occasione di incontrarsi prima. Scocca la scintilla e i due diventano amici per la pelle, al punto che Allman viene invitato in studio con la band e aggiunge la propria chitarra elettrica e la propria slide a undici dei quattordici pezzi del disco, contribuendo in modo decisivo alla sua riuscita.

L'album si dipana in una alternanza di stili che sanno trarre il meglio dalla carriera di Clapton fino ad allora: i classici blues ("Key to the Highway", "Have you ever loved a woman"), le chitarre furenti dei tempi dei Cream (la lancinante, straordinaria "Why does love have to be so sad"), il rock dei Blind Faith ("Bell Bottom Blues") che talvolta incontra quello degli Allman Brothers ("Tell the truth"), la spiritualità ("I am yours") e l'umiltà di George Harrison ("Thorn tree in the garden"), le influenze roots, country e soul delle solari, rilassate avventure dal vivo con Delaney e Bonnie ("I looked away", "Keep on growing").

Si trovano così mescolate una gioia di vivere e fare musica ed arte, entusiasmo giovanile e introspezione, il consumo di eroina, cocaina e whisky, la sfiducia in se stesso che deriva anche da quel misto di senso di tradimento ed esaltazione causato dall'infatuazione di Clapton per Patti Boyd, la moglie trascurata dell'amico Harrison, trasfigurata nella "Layla" del brano simbolo dell'album, forse la migliore composizione della sua intera carriera, un violento, disperato hard rock chiuso da uno stupefacente finale in cui le chitarre cosmiche di Clapton e Allman tessono traiettorie impossibili sulla struggente progressione di pianoforte composta dal batterista Jim Gordon.

Niente affatto amato dalla critica al tempo della sua pubblicazione, avvenuta il 9 novembre, l'album fu anche un inaspettato fallimento commerciale. Da ottobre a dicembre Clapton e i suoi andarono in tour, ma un secondo disco non si materializzò a causa della crescente dipendenza di Clapton dall'eroina. Il gruppo si sciolse nel 1971 e Clapton rimase fuori dalle scene per tre anni.

Nonostante tutte le difficoltà e i problemi di quegli anni, "Layla" rappresenta probabilmente il più grande album della carriera di Clapton dopo avere lasciato i Cream, e rimane una delle più felici testimonianze dell'età dell'oro del rock classico.

- Prog Fox

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