domenica 27 settembre 2020

Ivan Graziani: "Viaggi e Intemperie" (1980)

Usciva nel settembre di quarant'anni fa il singolo di lancio di "Viaggi e Intemperie", ottavo album del cantautore e chitarrista teramano Ivan Graziani. Si trattava del quarto strepitoso disco di fila dell'artista, dopo gli stupendi "I lupi", "Pigro" e "Agnese dolce Agnese".



Quando Ivan Graziani entra in studio con il produttore canadese Douglas Bennett e l'amico, bassista e arrangiatore Giovanni Tommaso, il cantautore teramano è reduce da un terno fantastico di dischi di altissimo livello, nei quali interpreta con originalità assoluta la parte del cantore di provincia, modesto ma mai umile, capace di sarcasmo quanto di poesia e dotato di una vena narrativa felice e fantasiosa.

Questa vena narrativa sembra apparentemente inarrestabile anche su "Viaggi e Intemperie", disco del 1980 e ottava fatica sulla lunga distanza per Ivan, un album che mantiene inalterato il livello qualitativo dei precedenti e che come questi può candidarsi a maggiore opera della sua carriera.

Il tema portante di "Viaggi e Intemperie" sono ancora una volta storie di persone comuni, incentrate questa volta sul tema del viaggio o comunque della vita lontana da casa. Così in apertura di album abbiamo "Firenze (canzone triste)", una delle massime canzoni della carriera di Ivan e uno dei suoi successi più grandi, che parla di tre universitari, il narratore, uno studente irlandese di filosofia dalla barba rossa e una studentessa che ama, riamata, entrambi, per uno dei triangoli più famosi della canzone italiana, raccontato con naturalezza e senza alcuna forma di prurito o moralismo, con toni delicati e l'usuale abilità nel disegnare immagini.

E poi abbiamo l'incontro con "Isabella sul treno", il desiderio di fuggire in "Olanda" e l'amore adulterino in "Siracusa" - tre storie di fallimento in cui musica e parole narrano di psicologie ben diverse dei protagonisti: "Isabella sul treno" è una bionda dagli occhi azzurri che seduce e stordisce il narratore con due ore di chiacchiere non prive di allusioni sessuali ma poi è solo una matta che deruba i passeggeri nelle gallerie; quanto al ragazzo che racconta in prima persona il sogno di partire in treno per l'"Olanda" con la sua ragazza, egli l'aspetta invano alla fermata perché lei non arriva, spezzando i suoi sogni romantici immersi in una musica fatta di malinconia struggente, con gli archi arrangiati da Giovanni Tommaso che fanno da sfondo a un bell'assolo del nostro; ma la palma dello squallore umano va all'uomo che da Milano va in moto fino a "Siracusa" per portare via da casa una donna sposata a un bruto, ma poi scappa da solo dopo esserci andato a letto.

Fa un po' storia a sé "Radio Londra", che continua il tema della II guerra mondiale caro a Ivan e già affrontato in precedenza ne "I lupi" e in "Fuoco sulla collina". Il pezzo, per quanto non deprecabile, è comunque inferiore ai suoi due antesignani e forse il meno rappresentativo del disco.

Quanto alle intemperie, intemperie umane, naturalmente, esse rappresentano l'altra faccia di questo ellepì. La più significativa delle canzoni di questo blocco è senza dubbio "Dada", un altro dei grandi capolavori di Ivan Graziani che ancora possiamo incontrare, seppur di rado, per radio. Storia di degrado e riscossa che nasce dall'osservazione del cantautore dell'Italia post-77 e che intravvede il progresso anche in un paese che nemmeno oggi si è liberato di certe pastoie morali e ipocrisie: Dada infatti è una lesbica innamorata della cugina eroinomane Yvette, che riuscirà a strappare alla morsa dei suoi spacciatori. Il brano si caratterizza per un folk blues progressivo in cui il chitarrista ci delizia con ogni sorta di decorazione all'acustica su molteplici cambiamenti di ritmo.

Notevoli anche i due scatenati rock'n'roll che completano il disco, "Tutto questo cosa c'entra con il R.& R.?" ma soprattutto "Angelina", che chiude il disco in maniera musicalmente esilarante (grazie anche alla batteria trascinante di Derek Wilson e ai cori delle bravissime Rossana Casale e Aida Cooper) pur su un ennesimo testo che descrive una sconfitta umana.

Per chi sia interessato ai crediti del disco, dobbiamo notare che la sua genesi fu più complicata che in precedenza a causa dei contrasti fra il produttore Douglas Bennett e Ivan Graziani. Dopo avere lavorato a "Firenze", "Isabella sul treno", "Olanda" e "Radio Londra", con musicisti di studio di fiducia di Bennett invece che con il solito gruppo di amici di Ivan, quest'ultimo decide di completare l'album producendo e arrangiando le restanti canzoni da solo assieme a Giovanni Tommaso. A questi pezzi lavorano, oltre a Ivan e Giovanni, i bassisti Massimo Fabbreschi e Piero Montanari, il batterista Derek Wilson, il tastierista Paolo Rustichelli e, ai cori, Rossana Casale e Aida Cooper.

"Viaggi e Intemperie" è l'ultimo dei grandi album di Ivan Graziani. Per quanto il cantautore e chitarrista continuerà fino alla sfortunata morte avvenuta nel 1997 a produrre dischi buoni e canzoni ottime, il livello qualitativo raggiunto fra 1977 e 1980 non sarà più raggiunto. Comunque vedremo che c'è ancora parecchio da scoprire e riscoprire anche negli anni successivi dell'opera di un sottovalutato genio della canzone popolare italiana.

- Prog Fox

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