martedì 25 agosto 2020

Atomic Rooster: "Death walks behind you" (1970)

Veniva registrato nell'agosto di cinquant'anni fa "Death walks behind you", secondo album del gruppo di hard rock progressivo Atomic Rooster e loro massimo successo di pubblico e di critica. Disco che ospitava alcune delle canzoni più malvagie e dure dell'epoca, divenne fonte di ispirazione per numerosi gruppi hard'n'heavy.



(disco con tracce bonus si può trovare qui: https://tinyurl.com/y6sr8a3u)



Poco dopo le incisioni del disco d'esordio nel gennaio 1970, gli Atomic Rooster perdono la propria sezione ritmica: Carl Palmer si unisce a Keith Emerson e Greg Lake per formare uno dei primi supergruppi del progressive rock, mentre il bassista e cantante Nick Graham lascia anch'egli.

Vincent Crane promuove a membro a tempo pieno il chitarrista-cantante John Du Cann, che aveva suonato la chitarra in alcuni brani dell'esordio, e recluta il batterista Paul Hammond.

Per le incisioni del secondo album della formazione, "Death walk behind us", effettuate ad agosto del 1970, Crane & soci aumentano ancora il tasso di disperazione presente nei brani già cupi del malinconico hard rock progressivo dell'esordio.

La chitarra selvaggia di Du Cann accompagnata all'organo di Crane fa sì che siamo qui in territorio più vicino ai Deep Purple di "In rock" che non ai Nice o agli Emerson, Lake & Palmer dell'album di debutto. Violenza, disagio mentale, disperazione e morte sono i temi lirici resi con efficacia da canzoni che creano una generale atmosfera soffocante, con la batteria ansiogena di Hammond ad aumentare il coefficiente di claustrofobia dei pezzi.

Con High Tide e Black Sabbath, gli Atomic Rooster rappresentano così uno dei gruppi più oscuri dell'epoca, anche se il percorso di ognuno di costoro è molto diverso: se i Black Sabbath sono un gruppo spesso di denuncia, capace anche di sarcasmo e autoironia, e se gli High Tide si muovono su coordinate più nichiliste e austere, gli Atomic Rooster sono segnati dalla rabbia e dalla paura di chi è immerso all'interno della sofferenza, più che esserne osservatore o avversario.

Forse questo tipo di idea ci viene dalla suggestione impressa su di noi dalla storia personale di Vincent Crane, sofferente di disturbo bipolare e morto in seguito suicida, e di Paul Hammond, che morirà di overdose, entrambi poco più che quarantenni. Ma le canzoni ci danno implacabilmente retta.

"Death walks behind you" è pura paura della morte, ossessione patologica riportata in musica dall'incalzante riff di apertura, dalla tempestosa strofa e dal canto angosciato e rabbioso dell'ottimo Du Cann. "Seven lonely streets" e "Sleeping for years" replicano l'angoscia e la rabbia a livelli raramente visti nella musica hard degli anni settanta.

Alcuni brani si dedicano a un hard rock più orecchiabile che anticipa il cosiddetto cock rock di gruppi come i Bad Company di Paul Rodgers, pensiamo a "Tomorrow Night" (anche pubblicato come singolo di successo) e ad "I can't take no more". Sebbene meno originali degli altri, sono pezzi che almeno danno un attimo di respiro dalla sensazione di trovarsi in una via nebbiosa di Londra assieme allo spirito di Jack lo Squartatore.

Le affinità jazz e blues di Crane e Du Cann, ben nascoste per buona parte dell'album, emergono nella elaborata "Nobody Else", aperta e chiusa da un tappeto armonico di piano-chitarra elettrica sul quale Du Cann canta nel suo timbro più morbido, e completata da una sezione strumentale centrale di blues rock infuocato.

Chiude l'album lo strumentale "Gershatzer", strettamente imparentata con le elaborazioni prog rock di Emerson, Lake & Palmer: Crane è sempre al centro della scena, alternando figure di organo mutuate dalla musica classica, piano boogie, jazz blues e sperimentazione con gusto e tecnica sublimi (immancabile, nel bene e nel male, anche un breve assolo di batteria alla "Moby Dick").

Migliore album della carriera degli Atomic Rooster, "Death walks behind you" è uno degli album più originali e unici dell'hard rock di inizio anni settanta. Assolutamente consigliato agli amanti dei più famosi Led Zeppelin, Black Sabbath e Deep Purple. Le canzoni migliori di questo LP se la giocano sullo stesso piano delle contemporanee opere di quei giganti, come dimostrano i numerosi omaggi tributati da tanti gruppi heavy nel corso dei decenni.

- Prog Fox

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