sabato 25 luglio 2020

The Gathering: "If_then_else" (2000)

25 luglio 2000, il mercato musicale accoglie "if_then_else", sesto album da studio degli olandesi The Gathering, uscito a meno di due anni di distanza dal loro masterpiece (doppio) "How to Measure a Planet?"



(il disco completo si può ascoltare qui: https://tinyurl.com/y38yd4ul)

"How to measure a planet?" (1998) sanciva un taglio netto con i The Gathering del passato, i quali, dopo i primi due album anonimi che fluttuavano su una certa mediocrità di fondo, avevano trovato la giusta strada grazie all’ingaggio della cantante Anneke Van Giersbergen, con la quale nel giro di un paio di anni incidevano due ottimi album di gothic metal quali "Mandylion" e "Nighttime Birds". Poi la svolta, "How to Measure a Planet?" demetallizava il loro sound, sperimentando nuove soluzioni compositive e proiettando il gruppo su territori progressive, space rock, trip hop. "If_then_else" segue il percorso di evoluzione stilistica intrapreso, senza guardarsi indietro e senza deviare dalla strada che li ha allontanati dai lidi gothic.

Con quest’album, il gruppo mira ad alleggerire il tessuto ritmico ed alleggerire la struttura delle composizioni, la componente psichedelica e progressive viene nettamente asciugata, le ritmiche sono più quadrate e lineari, il focus viene incentrato sulla meravigliosa voce di Anneke, che acquisisce un ruolo sempre più dominante.

All’epoca l’album fu accolto in sordina, i fan della prima ora abbandonarono definitivamente il gruppo e l’etichetta discografica (la Century Media) li scaricò, insoddisfatta della direzione intrapresa. Considerato come un album di transizione, "if_then_else" è in realtà un buonissimo album meritevole di ben altra considerazione, che fa da tramite a un ulteriore cambio stilistico che il gruppo perfezionerà successivamente con "Souvenirs" e "Home".

In apertura troviamo "Rollercoaster" (canzone incentrata sulla frenesia dei tempi moderni, a cui si ricollega lo sfuocato artwork dell’album, che illustra le consuete persone 'di corsa' per prendere la propria coincidenza in metropolitana ), song che riesuma le distorsioni massicce e i riff dilatati del passato, ad essere totalmente cambiato è l’approccio armonico di Anneke, la quale non si affida più alle note alte degli esordi, ma consolida il suo approccio delicato dal forte impatto emotivo, giocato su un mood interpretativo di grigio-scuri. Basta questo pezzo per chiarire subito che la voce di Anneke è in assoluto una delle più fascinose della scena.

Fra gli altri momenti migliori che compongono il disco si distinguono particolarmente la breve e sublime ballad "Bad Movie Scene", dove Anneke dà davvero il meglio di sé, e l’accoppiata "Amity" – "Saturnine", pezzi divenuti classici della band, che anticipano e definiscono il mix di alternative rock e trip hop dalle leggere venature prog che il gruppo adotterà definitivamente (almeno, per il periodo con Anneke dietro al microfono).

Assieme all’opener, la ritmata "Shot to Pieces" (una "Liberty Bell" più lineare senza il coefficiente spaziale-psichedelico) e "Colorado Incident" sono gli episodi più energici del lotto, scontato dirlo, ma anche qua Anneke si trova perfettamente a proprio agio. Mentre fa invece palpitare le proprie corde vocali nel post rock di "Herbal Movement", offrendo una prestazione emotivamente molto intensa, da manuale. Ci ha ben abituato a questo. Molto gradevole la strumentale di metà album "Beautiful War", un po’ meno la tenebrosa "Pathfinder", con cui si conclude il disco.

A proposito di percorso da ricercare, i The Gathering pare lo abbiano trovato. Seppur "if_then_else" non ci presenti i The Gathering al loro massimo d’ispirazione (ma del resto di lavori al livello di "How to Measure a Planet?" ne esce giusto uno ogni tanto), possiamo comunque trovare una Anneke che lo è. Tanto basta.

- Supergiovane

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